Iscrizione newsletter Chiudi

Registrati alla Newsletter, per essere sempre aggiornato.

* Campo obbligatorio

Indirizzo Email

*

Nome

Cognome

Tipologia Utente:

*
*
Carta d'Identità Centro Studi 50&Più Chiudi

Università adulti/anziani la pubblicazione dell’archivio letterario. Il racconto di un popolo in 888 pagine.

L'Amico del Popolo, 41, CXII, 2020, p.39

Dopo l’archivio storico nel 2017, ora la raccolta degli scritti dei corsisti «Non c’è archivio senza narrazione». Questa frase sulla copertina che presenta le 888 pagine dell’Archivio letterario dell’Università adulti/anziani di Belluno (dal 1989 al 2020).
«Non c’è archivio senza narrazione» è in realtà l’ultima parte di un ragionamento riportato in copertina, quasi un sillogismo, che riconosce come «Non c’è futuro senza memoria/non c’è memoria senza archivio/ non c’è archivio senza narrazione».

L’intreccio di futuro, memoria, archivio e narrazione meriterebbe una chiosa di genuina filosofia sul tempo e sulla sua memoria; o anche di sociologia, sulla dimensione temporale ridotta a istante, come è vissuta dalla cultura occidentale di oggi, senza immaginarsi la diversità del passato o la sorpresa del futuro. C’è la soddisfazione di aprire il volume e raccoglierne pagina dopo pagina i contenuti di volti, di vita, di storia e di cultura che i Corsisti dell’Ua/a. Quasi duemila persone distribuite in 13 sezioni, hanno affidato dal 13 maggio 1989 al 27 agosto 2020 alle pagine del loro giornale «Sempreverde», ora finalmente raccolte nell’Archivio. Chi lo scorre ne esce arricchito di una verace presentazione e fotografia del popolo bellunese. Vengono alla mente le parole di papa Francesco in «Fratelli tutti» (3 ottobre 2020), per il quale chiunque appartiene a un popolo deve riconoscere questa identità mitica. Se il popolo è categoria mitica, vuol dire che la sua identità è fatta di narrazioni; di racconto. Non si è longaronesi se non si è sentito raccontare il Vajont e chi sente raccontare il Vajont diventa un po’ longaronese. Chi ascolta la storia dell’aurora boreale del 1938 ad Agordo si sente un po’ più agordino; e rivive le apprensioni e le paure di chi aveva letto in quei fatti astronomici l’avvicinarsi della guerra. Nel libro ci sono tanti e tanti racconti, in buona parte cronache delle attività dell’università, in altri casi veri e propri piccoli e vivaci spaccati della storia di paese, dell’emigrazione, dei nonni, delle sagre, dei giochi; l’elenco potrebbe continuare. Tutto ciò si fa consistenza, contenuto, carne viva di quell’assioma «Non c’è archivio senza narrazione» da cui siamo partiti.

Colpisce la scelta della copertina del volume: la sezione orizzontale di un tronco tagliato. Come dalla sezione di un albero si leggono senza dubbio la sua età e la sua vitalità, le caratteristiche delle stagioni, la vita della pianta, così anche questo volume conserva i segni dell’età e della vitalità dell’Ua/a.

(Fonte: tratto dall'articolo)

Scarica file allegato
TORNA ALLA PAGINA PRECEDENTE     AGGIUNGI AI PREFERITI     I MIEI PREFERITI
Autore (Cognome Nome)
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2020
Pagine39
LinguaItaliano
OriginaleNo
Data dell'articolo19000101
Numero41
Fonte
Approfondimenti Online
FonteL'Amico del Popolo
Subtitolo in stampaL'Amico del Popolo, 41, CXII, 2020, p.39
Fonte da stampare(Fonte: tratto dall'articolo)
VolumeCXII
Approfondimenti
Scarica file allegato
Attori
Parole chiave: Università della terza età