Quando, all'inizio di quest'anno, Uber ha chiesto la quotazione in Borsa ha dichiarato agli investitori che c’erano sei paesi nella sua “lista delle cose da risolvere”. Tra le nazioni in cui il gigante di servizio taxi ha faticato a far presa c’è il Giappone. Ora Uber sembra aver trovato il modo per avere successo in quel paese. L’amministratore delegato Dara Khosrowshahi ha infatti dichiarato a Bloomberg che gli anziani sono tra i corrieri di Uber Eats ( segmento della consegna di pasti a domicilio) più entusiasti della compagnia in quel mercato nascente.
“Gli anziani si stanno effettivamente registrando come corrieri di Eats”, ha detto. “Eats è stato un enorme successo per noi in Giappone, sarà un’avviamento molto efficace per il marchio Uber”. I suoi commenti fanno eco a ciò che l’azienda ha detto a proposito delle sue attività di consegna di cibo prima dell’Ipo ( offerta iniziale dei titoli al pubblico). Una delle leve su cui ha deciso di puntare è proprio il lavoro degli anziani.
Eppure il Giappone, la Corea del Sud, la Germania, l’Argentina,la Spagna e l’Italia, sono i Paesi che creano maggiori ostacoli per l’attività di punta Uber: il servizio taxi. Di recente, l’azienda ha annunciato di voler operare attraverso partnership con compagnie di taxi locali, e quindi potenzialmente evitare il conflitto con i tassisti dei vari Paesi.
Anche Uber Eats si trova ad affrontare le stesse difficoltà perché i corrieri in Giappone, come in molta parte del mondo, cercano di mettersi insieme per ottenere i diritti della contrattazione collettiva visto che non godono attualmente dello status di appaltatori indipendenti.
“Ci vorrà del tempo, ma ci piace quello che vediamo in termini di potenziale del mercato”, ha detto Khosrowshahi. “Le innovazioni che stiamo per fare qui coi taxi faranno il giro del mondo”.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)