L’epidemia da coronavirus ha fortemente condizionato il trattamento dei pazienti affetti da cardiopatia. Il rischio di infezione, oltre a ridurre l’afflusso di pazienti in Pronto Soccorso, ha reso problematico anche l’accesso presso gli ambulatori dei cardiopatici per i controlli di routine. Al Mauriziano di Torino, con la pandemia, visto il rischio infettivo aumentato per questi pazienti, circa 900 malati curati presso l’ambulatorio di Aritmologia sono controllati da remoto con la telemedicina e si prevede che saliranno a circa mille entro la fine dell’anno (+ 80% dall'inizio della pandemia).
Quest’ultimo periodo può diventare un ponte per la medicina del futuro e in particolare per la telemedicina.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)