Filippo Fimognari, Presidente Sigot, Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio, ha approfondito gli aspetti che riguardano la cura degli anziani fragili in ospedale.
In tutti periodi dell’anno gli anziani cercano nell'ospedale conforto e sicurezza. In una fase dell’anno in cui tutto chiude, o comunque va a rilento, i loro problemi si acuiscono. Spesso gli anziani si ricoverano per eventi acuti ma, superata la fase critica, per gli ospedali è difficile dimettere anziani stabilizzati e ancora bisognosi di cure a lungo termine. Soprattutto nelle Regioni del Sud, l’assistenza “territoriale" è infatti carente.
Esistono delle specificità stagionali che differenziano i ricoveri di anziani in ospedale: d'inverno prevalgono gli accessi per patologie infettive respiratorie acute (in parte legate alle epidemie influenzali), d'estate aumentano i ricoveri dovuti a disidratazione. C'è poi il problema delle cadute che, per la Sigot, rappresenta una vera e propria sindrome geriatrica. L’ “evento caduta” è sempre l’effetto finale di una serie di modificazioni organiche che precedono di molto la caduta in sé. Occorre sempre la massima attenzione, quindi, nell’identificare precocemente eventuali segni di decadimento delle capacità funzionali.
La solitudine d'estate si acuisce e con essa, può peggiorare lo stato di salute e le condizioni psicologiche degli anziani malati e disabili. Quelli non autosufficienti d'estate subiscono spesso gli effetti negativi delle più frequenti rotazioni del personale che li assiste, cui si somma il periodo di vacanza dei familiari.
Aumentano così i “ricoveri ospedalieri sociali” o di “sollievo” nei casi in cui la famiglia ritiene di non poter più sostenere l’enorme carico assistenziale imposto dall’anziano disabile, e chiede – anche senza una vera ragione medica – l’intervento del Sistema Sanitario Nazionale attraverso il Pronto Soccorso.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)