Da una preoccupazione della Comunità di Sant’Egidio sul futuro delle nostre società - emersa in questi giorni durante la crisi causata dal coronavirus – nasce l’appello tradotto in diverse lingue e diffuso a livello internazionale, “Senza anziano non c’è futuro. Appello per ri-umanizzare le nostre società. No a una sanità selettiva”.
È rivolto a tutti, cittadini e istituzioni, per un deciso cambiamento di mentalità che porti a nuove iniziative, sociali e sanitarie, nei confronti delle popolazioni anziane. Molto ci sarà da rivedere nei sistemi della sanità pubblica e nelle buone pratiche necessarie per raggiungere e curare con efficacia tutti, per superare l’istituzionalizzazione.
In numerosi paesi di fronte all’esigenza della cura, sta emergendo un modello pericoloso che privilegia una “sanità selettiva”, che considera residuale la vita degli anziani.
La loro maggiore vulnerabilità, l’avanzare degli anni, le possibili altre patologie di cui sono portatori, giustificherebbero una forma di “scelta” in favore dei più giovani e dei più sani. Rassegnarsi a tale esito è umanamente e giuridicamente inaccettabile, sostiene la Comunità.
Lo è anche in una visione religiosa della vita, ma pure nella logica dei diritti dell’uomo e nella deontologia medica. Non può essere avallato alcuno “stato di necessità” che legittimi o codifichi deroghe a tali principi.
L’apporto degli anziani continua ad essere oggetto di importanti riflessioni in tutte le civiltà. Ed è fondamentale nella trama sociale della solidarietà tra generazioni.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)