E’attualmente la prima causa di ricovero in Italia, subito dopo il parto, ma l’assistenza dei soggetti con scompenso in futuro dovrà essere pensata e progettata sempre più al di fuori dell’ospedale. La popolazione degli scompensati è in crescita esponenziale, per l’invecchiamento della popolazione e il crollo della mortalità per cardiopatia ischemica. Un paziente con scompenso costa in media 11.800 euro l’anno, dovuti all’85% ai ripetuti ricoveri ospedalieri. Necessario dunque ribaltare l’assistenza a domicilio e sul territorio, avvalendosi anche dei modernissimi sensori anti-scompenso e degli strumenti della telemedicina. Se ne è parlato a Roma in un convegno al Senato.
(Fonte: tratto dall'articolo)