L’accesso e fruizione dei servizi sanitari sono legati a diversi fattori, la realizzazione effettiva del diritto alla salute passa anche dal luogo in cui si vive, dal reddito disponibile, dalla possibilità di raggiungere in tempo utile il luogo di cura o in modo sufficientemente agevole un centro diagnostico.
Nel Mezzogiorno, tra gli ultra 65enni, la percentuale di chi ha effettuato in ritardo o non ha effettuato prestazioni sanitarie a causa di tempi troppo lunghi di attesa o collegamenti insufficienti è al 12,4%, mentre al Nord scende al 3,3,%. Le liste d’attesa, hanno trasformato l’intramoenia in una scelta obbligata, inevitabilmente più costosa, accessibile però solo nei casi in cui il reddito familiare lo consenta.Impressionanti anche i dati di chi rinuncia a curarsi per problemi economici, la percentuale più elevata di chi non può permettersi medici e medicine, riguarda le cure dentistiche, l’insufficienza del reddito nel Sud pesa il doppio rispetto al Nord.
Riguardo le Strutture semi-residenziali, i cosiddetti “centridiurni”, dove si fa riabilitazione, recupero e assistenza a persone con demenza o non autosufficienti, regioni come Basilicata e Calabria non hanno un solo centro diurno in grado di accogliere persone in queste condizioni. In Lombardia ce ne sono 276, in Campania 5. Per l’Alzheimer, i centri diurni vanno da 1 in Molise ai 109 del Veneto.
(Sintesi redatta da: Macheda Maria Gabriella)