Meno sale, meno ipertensione. Sul nesso che lega l’aumento della sapidità dei cibi che consumiamo al rischio di vedere aumentare i valori della pressione sanguigna, ci sono ormai pochi dubbi. A confermare il legame è uno studio condotto in Perù e presentato nel corso dell’ultimo congresso mondiale di cardiologia, appena conclusosi a Parigi.
Fornendo alla popolazione un insaporitore differente, contenente sodio (75%) e potassio (25%), i ricercatori del centro per la cura delle malattie croniche dell’Università Cayetano Heredia di Lima sono riusciti a determinare un decremento dei valori di pressione sanguigna tanto in chi era già iperteso quanto tra coloro che avevano valori del parametro nella norma (riducendo così il rischio di sviluppare ipertensione).
(Fonte: tratto dall'articolo)