Il 50% delle Rsa piemontesi è ancora blindata o semi-blindata, anche a causa del fatto che vi restano più di un migliaio di ospiti positivi. L'altro motivo di questa chiusura è da ricercarsi nell'assenza di chiarezza e di linee guida, che spingono i gestori a non assumersi responsabilità.
Il 30 giugno è partita la campagna "Senza radici non c'è futuro", promossa dalle segreterie regionali di Spi Cgil - Fnp Cisl - Uil Piemonte per la revisione totale della lungodegenza, maggiori risorse per la domiciliarità e il rafforzamento della sanità territoriale. Dall'altro canto le rivendicazioni dei gestori delle strutture che, sempre alla Regione, chiedono maggior chiarezza. Tra le proposte, seguire per gli ospiti autosufficienti il tampone a casa prima dell'ingresso in Rsa, invece dell'isolamento in struttura per 14.
Poi segue la richiesta di prevedere percorsi ospedalieri dedicati agli ospiti delle Rsa, per evitare loro l'allungamento del periodo di isolamento
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)