Trasformare le Rsa in centri multiservizi territoriali, in servizi “aperti”, capaci di assicurare interventi al domicilio delle persone anziane fragili, insieme a risposte residenziali protette, in collegamento con le altre realtà assistenziali, assicurando la presenza di un adeguato numero di personale medico ed infermieristico altamente specializzato nell’assistenza dell’anziano pluripatologico e spesso non autosufficiente. E’ la proposta presentata da Padre Virginio Bebber, alla Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana istituita di recente dal Ministro della Salute Speranza, presieduta da Mons. Vincenzo Paglia, Gran cancelliere del Pontificio Istituto Teologico per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia. Durante una video-audizione svoltasi ieri mattina è stato illustrato alla Commissione un Documento redatto in collaborazione tra Aris e Uneba, nel quale è posto in evidenza il raffronto tra quello che sono oggi gli istituti di accoglienza ed assistenza degli anziani con quello che, secondo le due Associazioni, dovrebbero essere in un immediato futuro.
In sostanza il progetto di riforma delle Rsa “dovrebbe fondarsi sulla costituzione di una vera e propria rete di solidarietà – ha spiegato p. Bebber - che spazi dall’assistenza domiciliare, ai centri diurni, ai mini alloggi protetti, alle comunità alloggio, alla teleassistenza e alle Rsa, supportata da un congruo numero di medici e di operatori socio-sanitari formati per svolgere con seria professionalità un servizio tanto delicato e particolare come può esserlo quello dell’assistenza a persone rese estremamente fragili non solo dall’età avanzata, ma anche e soprattutto dalle pluripatologie e disabilità di cui soffrono”. Servizi non alternativi fra loro ma complementari – come precisa il documento - capaci di rispondere in maniera differenziata a bisogni differenti avendo al centro la persona fragile nel suo continuo mutare ed il suo contesto familiare nelle sue differenze e evoluzioni. E per scegliere quale sevizio indicare alla persona anziana o disabile si deve partire dal loro progetto di vita, dalle capacità residue, dai bisogni, dalle relazioni, dal contesto famigliare, dalle condizioni economiche.
(Fonte: tratto dall'articolo)