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Legato Giuseppe

Rsa, 2 mila operatori non vaccinati "Niente stipendio fino a dicembre"

La Stampa, 28-06-2021, p.32

Nei prossimi giorni 2000 operatori circa delle Rsa piemontesi rischiano di ritrovarsi sospesi dal servizio e senza stipendio fino a dicembre. Una diretta conseguenza della scelta di non vaccinarsi – per i motivi più disparati, non soltanto per convinzioni negazioniste o scetticismo sugli effetti dell'immunizzazione – sulla quale gli effetti della legge Speranza sono prossimi. Lo spiega Michele Colaci, vicepresidente nazionale di Confapi Sanità: «A breve anche in Piemonte le Asl comunicheranno ai singoli datori di lavoro i nomi del personale sanitario non vaccinato». Risultato? Un cambiamento di mansioni, spiega, oppure – in assenza dei presupposti perché ciò avvenga - sospensione fino a dicembre. La seconda ipotesi è anzi la più probabile perché per la peculiarità delle strutture è impossibile destinare ad altri impieghi gli operatori sanitari che comunque insisterebbero dentro uno spazio circoscritto e chiuso.

In Piemonte, secondo le stime di Confapi, sono circa 30 mila gli occupati all'interno delle residenze sanitarie assistenziali. Cui vanno aggiunti quelli delle strutture di cura private, circa 10 mila: «Possiamo dire, con un ragionevole margine di approssimazione – che il 5% non abbia scelto di aderire alla campagna di vaccinazione». Ed è questo – 2000 all'incirca – il bacino potenziale di personale che riceverà la comunicazione del datore di lavoro. Solo quando però a quest'ultimo saranno comunicato nomi e cognomi di dipendenti dalle aziende sanitarie. Un problema per le strutture private già alle prese con una «endemica» carenza di infermieri e per i lavoratori stessi.

Intanto alcune Rsa si sono rivolte agli studi legali per sottoporre alla firma del personale una liberatoria informata che avvisava i dipendenti della sospensione e contestuale taglio dello stipendio nel caso in cui non si fossero vaccinati. Nel testo del modulo si legge: «Che l'eventuale rifiuto di sottoporsi alla vaccinazione comporterà l'emissione da parte del medico competente di un giudizio di inidoneità temporanea alla mansione svolta». E ancora: «Che l'eventuale rifiuto di sottoporsi a vaccinazione (salvo effettive controindicazioni rilevate dal medico competente sulla base delle indicazioni fornite dalla Aifa), porrebbe il lavoratore nella condizione di non potere offrire la prestazione di lavoro, in quanto giudicato non idoneo, legittimando il datore di lavoro a non pagare la retribuzione».

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)Legato Giuseppe
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2021
Pagine32
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2021-06-28
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
FonteLa Stampa
Subtitolo in stampaLa Stampa, 28-06-2021, p.32
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
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Parole chiave: Rapporto operatore paziente anziano Residenza Sanitaria Assistenziale Vaccinazioni