I risultati di una nuova ricerca UCB ( società biofarmaceutica multinazionale) hanno rivelato l'impatto dell'osteoporosi sulle donne europee. Il campione era costituito da 965  over 60 affette da osteoporosi in 11 Paesi dell’UE. E’ emerso che quasi 6 pazienti su 10  (58%) ritengono che il sistema sanitario non comprenda appieno l'impatto dell'osteoporosi e delle fratture da fragilità sulle loro vite. Inoltre, quasi i due terzi(65%) del campione intervistato è concorde sul fatto  che tale condizione sia trascurata e più di 8 donne su 10  (83%) sostengono che i sistemi sanitari dei vari Paesi debbano fare di più per attribuire alla patologia una maggiore priorità .In continuità con i risultati della stessa indagine relativi al 2018, si è verificata  una sorprendente mancanza di conoscenza e comprensione dell'osteoporosi e delle fratture da fragilità ad essa connesse.

Oltre la metà del campione considerato ha affermato che si sente limitato nelle normali attività quotidiane (58%) e camminare (56%) è diventato problematico; quasi un terzo (30%) ha dichiarato che la patologia ha influito sulla propria capacità di cura personale. L'impatto della patologia coinvolge anche la dimensione del lavoro al punto che circa una donna su cinque (17%) ha ammesso di avere dovuto ridurre le ore lavorative e 1 su 8 (13%) ha dichiarato che la condizione ha implicato il dover rinunciare completamente al lavoro. Tutto ciò si è tradotto per molte pazienti in una notevole riduzione della propria qualità della vita.