Cominciano a scarseggiare gli appuntamenti con la prima dose del vaccino anti Covid nella fascia di età 60-69 mentre i cinquantenni da inizio mese sono passati da appena 33.696 somministrazioni a 137.848. E le curve si impennano in salita anche per le altre fasce di età. Eppure un milione e 400 mila tra i 60 e i 69 anni si è messo in fila prenotandosi, ritrovandosi così magari davanti chi ha meno anni. Un secondo problema è che circa un milione e 200 mila sessantenni non si è proprio fatto avanti per avere il vaccino, nonostante le prenotazioni in tutte le regioni siano oramai aperte da molto tempo per questa fascia di età. Uno zoccolo duro che bisognerà convincere a vaccinarsi, spiegando che alla loro età il virus è ancora altamente pericoloso. Tra i settantenni chi si deve prenotare oramai lo ha fatto, eppure un milione e 256 mila di loro non ha ancora ricevuto nemmeno la prima dose, il 20% circa del totale dei poco più di sei milioni di persone in questa fascia di età. E la percentuale è scesa di poco rispetto a una settimana fa, quando a restare ancora fuori dalla campagna era il 25%. Per velocizzare l’operazione bisogna cambiare strategia e con l’aiuto dei farmacisti e dei medici di base raggiungere ‘a domicilio’ chi ancora, per inerzia, incuria o timore, è rimasto fuori dal piano vaccinale.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)