Partono le prove di normalità nelle Rsa, dove gli anziani vedono i loro figli affacciati da un balcone o dietro le finestre. Sono anche tornati nei giardini per chiacchierare tra loro: la fase 2 è iniziata anche per loro.
Le visite sono ancora vietate ma le strutture si stanno organizzando per favorire il riavvicinamento alle famiglie senza problemi per la sicurezza sanitaria. A breve comunque in alcune regioni si riapriranno gli ingressi (ad esempio in Veneto dal 1 giugno) ma sempre con il divieto di contatto. Anche vedersi da lontano è però meglio di una video chiamata, per questo molte Rsa hanno cercato di favorire gli incontri.

Come ad Alzano Lombardo, dove la Fondazione Martino Zanchi, che ha marzo ha contato 20 morti e che ora organizza gli incontri per appuntamento, coordinato dalle operatrici. Questi incontri a distanza spesso sono fotografati e pubblicati sulla pagina Facebook della Fondazione, usata a sua volta per raggiungere fasce di parentela più allargate.

Alla Rsa Boccardo di Pancalieri (Torino), grazie ad una chiusura preventiva il virus non è arrivato e molti degli ospiti si sono organizzati con degli appuntamenti in sicurezza aiutati dal personale della struttura. Anche perché molte voci degli esperti spingono per consentire, sempre in sicurezza, gli incontri con familiari ed amici, altrimenti, come dice Fabrizio Lazzarini, direttore di Carisma, casa di riposo di Bergamo, « ...Li proteggiamo dall’infezione ma rischiamo di ucciderli per disaffezione».