In Inghilterra, un rapporto del comitato labourista per gli affari, l'energia e la strategia industriale ha accusato le imprese britanniche del recente esodo dei lavoratori più anziani. Secondo un sondaggio commissionato proprio dal comitato, la mancanza di lavoro flessibile è stata una delle ragioni principali per cui i prepensionati erano riluttanti a tornare al lavoro dopo la pandemia. La scoperta contrasta con l'idea che molte persone anziane abbiano abbandonato la forza lavoro semplicemente per andare in pensione. Jeremy Hunt, a capo del ministero delle finanze, ha recentemente affermato che la terza età "non deve coincidere solo con il campo da golf" e che i datori di lavoro "devono valutare se le loro pratiche di assunzione e i luoghi di lavoro sono conformi all'età".
Di fatto il numero di persone tra 50 e 64 anni economicamente inattive è aumentato di 318.000 dall'inizio della pandemia, raggiungendo un totale di 3,5 milioni. Hunt ha fatto dell'inversione di tendenza una priorità fondamentale per il governo, annunciando il mese scorso una serie di misure intese a facilitare l'occupazione per le persone anziane. Il comitato, che a novembre si era recato in Giappone per studiare le politiche demografiche e lavorative, ha chiesto al governo di introdurre “centri per le risorse umane senior” in stile giapponese, per sostenere il lavoro degli over 60 aiutandoli a sviluppare nuove competenze in vista di un impiego part time.
Darren Jones, presidente del comitato, ha dichiarato: “Il mercato del lavoro britannico in contrazione e in rapido invecchiamento, insieme alla mancanza di una leadership politica su questo tema, sta frenando la crescita economica. Quello che abbiamo ora è obsoleto e statico, mentre le dinamiche lavorative vanno avanti”. Jones ha inoltre affermato: “Ripensare il quadro giuridico e le protezioni attorno a nuovi tipi di lavoro più flessibile attraverso un disegno di legge sull'occupazione aprirebbe opportunità di lavoro a molte persone che vogliono essere economicamente attive ma attualmente non lo sono. Non saremo in grado di muovere il quadrante sulla crescita economica nel nostro paese fino a quando non investiremo, sosterremo e sfrutteremo al meglio il potenziale di ogni lavoratore in tutto il Regno Unito”.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)