Una ricerca coordinata dalla Fondazione Irccs Besta in collaborazione con Auser Regionale Lombardia, con l’associazione Nestore ed altre associazioni di anziani e pensionati, ha intervistato 515 anziani, con una età media di 75 anni.
Lo studio intende rilevare come hanno vissuto le settimane di lockdown gli over 65 in Lombardia.
Quel che emerge è che la stragrande maggioranza è stata molto prudente, tanto che il 97% dichiara che già dal 20 febbraio ha lavato le mani più frequentemente e evitato assembramenti e il 95% ha anche evitato luoghi potenzialmente infetti.
Un aspetto sorprendente dei risultati della ricerca è che gli intervistati temono di più il tumore che non il Covid-19. Anzi, il virus, in una scala di malattie di cui hanno paura, è al terzo posto, preceduto dall'influenza.
Come si sono tenuti informati gli anziani durante il lockdown? Principalmente tramite la televisione (95%) e internet (76%), mentre in misura minore le informazioni sono state reperite da riviste (11%) e personale sanitario (18%).
“Il campione mostra di aver messo in atto strategie di resistenza mirate all’accettazione della situazione piuttosto che strategie mirate ad un cambiamento proattivo della situazione -aggiungono i ricercatori-.
La maggior parte degli intervistati ha riportato un’elevata soddisfazione rispetto alla propria condizione abitativa (90%), economica (78%) e relazionale (76%).
“È necessario, però, sottolineare la particolarità del campione intervistato -avvertono i ricercatori-: l’elevato livello di scolarizzazione, l’accesso alle risorse in rete e alla rete sociale, il contesto regionale e la copertura economica garantita dalla pensione fanno in modo che emergano degli aspetti positivi nel fronteggiare la situazione di emergenza”.
In altri termini, chi già aveva buoni rapporti sociali e magari era legato in maniera attiva ad associazioni ha vissuto meglio anche il lockdown.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)