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Perchè sostenere che le Rsa "sono fuori dal sistema sanitario" e non riconoscere che sono soggetti accreditati?

Prospettive assistenziali, 2/2021, 2021

Anche quando sono gestite da un operatore privato, le Rsa sono sempre accreditate con l’ente pubblico, riconosciute come soggetti che svolgono un servizio essenziale equiparato al pubblico e sottoposti ad esso per la programmazione, la prevenzione e le attività di monitoraggio e vigilanza. Ma negli scorsi mesi le Rsa sono state scaricate da più parti, anche dalle amministrazioni regionali, che le hanno incentivate sia arretrando sull’offerta sanitaria e domiciliare, sia autorizzando che accreditando grosse strutture Rsa, salvo poi tagliare il budget delle quote sanitarie e quindi lasciare i posti letto al mercato privato.

L’Assessore alla Sanità Icardi a proposito delle morti in Rsa in piena pandemia, si è così espresso: “Abbiamo imposto le limitazioni degli accessi e le misure di prevenzione. Parliamoci chiaro, però, le Rsa sono strutture a gestione autonoma. Certo le Asl hanno una commissione di vigilanza ma i suoi compiti sono verificare lee condizioni strutturali, i requisiti di gestione e di igiene e fare una verifica una o due volte l’anno”. Parole che banalizzano il ruolo delle commissioni di vigilanza e non corrispondono al vero. Poiché le Rsa sono accreditate proprio con l’Assessorato della Sanità e inserite nel livelli essenziali di assistenza sanitaria e socio-sanitaria (dpcm 12/1/2017) come una delle strutture residenziali del nostro sistema sanitario.

Sulla materia il Csa e la Fondazione promozione sociale hanno scritto una lettera ai procuratori della Repubblica di Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Torino, Verbano-Cusio-Ossola, nella quale segnalano la frequenza con cui le Rsa piemontesi non forniscono agli ospiti le prestazioni occorrenti e terapeutiche alle quali hanno diritto. Peraltro, sulla base della normativa regionale, non sempre le Rsa con meno di 40 infermi, hanno l’obbligo di presenza di un direttore sanitario. Negli altri casi vi sono direttori sanitari che operano a tempo parziale per più Rsa. Anche i medici delle Rsa intervengono a livello individuale nei confronti dei degenti e non sono tenuti a collaborare tra loro né col direttore sanitario. Inoltre ciò che viene sottolineato come incomprensibile è il fatto che non sia mai stato previsto dalla Regione Piemonte, che paga il 50% delle rette, copia dei pagamenti effettuati all’Inps e all’Inail per il personali dipendente. Dunque, anche se i controllo delle Commissioni di vigilanza fossero adeguati, non potrà mai emergere dall’ispezione di una commissione alcun dato relativo alla presenza o meno di personale nel corso delle 24 ore.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2021
Pagine
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo19000101
Numero2/2021
Fonte
Approfondimenti Online
FonteProspettive assistenziali
Subtitolo in stampaProspettive assistenziali, 2/2021, 2021
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
Volume
Approfondimenti
Attori
Parole chiave: Legislazione regionale Residenza Sanitaria Assistenziale