Nell’udienza generale del 9 febbraio dedicata al tema della “buona morte” papa Francesco si è espresso senza mezzi termini contro il ricorso all’eutanasia e la cultura che trascura glia anziani più poveri privandoli delle cure necessarie alla sopravvivenza. E se sul suicidio assistito quanto ribadito non stupisce, confermando nella sostanza la netta contrarietà della Chiesa Cattolica, fanno scalpore le parole dedicate a un fenomeno che ha definito come una sorta di pianificazione “per accelerare la morte degli anziani”. Bergoglio non ha chiarito a chi o quale contesto si faccia riferimento ma le sue parole sembrano inequivocabili: nel suo discorso infatti si parla di “un problema sociale reale” che riguarda gli anziani con pochi mezzi dei quali si accelererebbe la morte dandogli meno farmaci di quelli di cui avrebbero bisogno. Un’accusa molto grave che meriterebbe invece una più chiara esplicitazione per evitare rischi di generalizzazioni su un tema così delicato e grave, non solo dal punto di vista morale, “non è umano né cristiano” ha detto il Papa, ma soprattutto dal punto di vista giuridico con chiari risvolti di natura penale qualora tale prassi dovesse risultare effettivamente praticata.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)