Quando John Suchet scoprì l'effetto che la musica aveva sulla demenza di sua moglie Bonnie, ne fu impressionato. "Lei chiudeva gli occhi e batteva a tempo la musica con le mani, muoveva anche i piedi", racconta.
La donna aveva ormai perso la capacità di parlare. Era chiusa in se stessa, seduta, apparentemente incapace di dare un senso al mondo esterno, finché Suchet non le fece ascoltare gli Abba, la sua band preferita.
Ora Suchet vuole contribuire a diffondere la consapevolezza dell'effetto della musica sui pazienti affetti da demenza.
Una nuova ricerca mostra che solo il 16% delle persone con demenza si dedica alla musica con frequenza. L'indagine Opinium, condotta per conto del gruppo di campagna Music for Dementia, ha rilevato che il 58% dei malati si dedica all’ascolto “raramente, occasionalmente o mai”. La metà dei partecipanti al sondaggio ha affermato addirittura di non avere accesso alle attività musicali o di non sapere dove trovarle.
Suchet era sposata con Bonnie da 30 anni quando le fu diagnosticata una demenza vascolare nel 2006, all'età di 64 anni. L’ha assistita fino al 2010, finchè fu costretto a trasferirla una casa di cura. "Lì, racconta, c'era un pianista che veniva a suonare ogni settimana e i residenti lo adoravano".
Helen Odell-Miller, direttrice del Cambridge Institute for Music Therapy Research presso l'Anglia Ruskin University, sostiene che la ricerca ha dimostrato che la musica aiuta a migliorare lo stato emotivo delle persone affette da demenza. "Sappiamo che la musica è calmante, ma può anche contribuire al modo in cui le persone si relazionano tra loro", dichiara. "Il personale delle case di cura può inserire la musica nelle pratiche quotidiane: se è difficile vestire qualcuno, la musica può essere d'aiuto".
Grace Meadows, direttrice della campagna di Music for Dementia, sostiene che l'esperienza di Suchet dimostra quanto la musica sia essenziale per le persone che convivono con la demenza e per i loro assistenti. "È chiaro dal nostro sondaggio che sono necessari più servizi di questa natura per soddisfare la domanda e che vi è una mancanza di consapevolezza su come accedervi".
Per Suchet le persone dovrebbero scegliere le playlist con i propri cari il prima possibile. "Mi piace Beethoven, afferma, Dio non voglia che io abbia la demenza, ma tutto quello che dovranno fare è soffiarmi Beethoven nelle orecchie e sarò felice".
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)