Una sentenza del 1° ottobre 2021 del Tribunale di Modena afferma che i pazienti affetti da Alzheimer e demenza senile ricoverati presso RSA e strutture convenzionate hanno diritto a quell’assistenza sanitaria essenziale che consenta loro di vivere con dignità. Nel caso specifico, alla figlia di una persona affetta da “demenza ed etipatogenesi degenerativa con disturbi del comportamento”, era stato chiesto tramite un decreto ingiuntivo ottenuto dalla Casa della Gioia e del Sole di Modena, presso la quale la madre era ed è ricoverata, il pagamento di diverse rette di ricovero, per un totale di 7.500 euro, oltre interessi legali e spese.
Ciò anche sulla base di pretesi accordi verbali e del fatto che la figlia aveva sempre versato le somme richieste, fino a quando aveva inviato una lettera di recesso. Il Tribunale di Modena ha dato ragione alla figlia della paziente, revocando il decreto ingiuntivo, ritenendo inesistente qualsiasi impegno, anche per effetto del recesso, e condannando la Casa di Cura alla restituzione delle rette di ricovero corrisposte fino a quel momento, pari a 18.750 euro oltre interessi e i ¾ delle spese legali. Per il Giudice nulla può essere chiesto ai figli, soprattutto quando questi non si siano impegnati. E, anche nel caso in cui nei pagamenti fosse stato ravvisabile un obbligo, il recesso lo aveva in ogni caso privato di effetti.
Questo secondo quanto stabilito dalla Suprema Corte (Cass. n. 26863/2008), per la quale in casi come quello in esame, si verte in un’ipotesi di promessa unilaterale, la quale perde efficacia in seguito al recesso dell’obbligato. Secondo l’Avvocato Giovanni Franchi, che ha tutelato la figlia: “Si tratta di una sentenza importantissima, che si è uniformata alla costante giurisprudenza in materia, per la quale nulla può essere chiesto ai figli o ai nipoti di persone affette da demenza e Alzheimer, ricoverate presso RSA. Inoltre, se le spese vengono spontaneamente pagate da soggetti non obbligati, quanto meno quelle sanitarie o, comunque, a carico del Servizio Sanitario Nazionale, vanno rimborsate, come accaduto alla signora, che ha ottenuto la restituzione del 50% di quanto corrisposto”.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)