Le differenze fra uomini e donne nella mortalità da Coronavirus sono oggetto di attenzione fra gli studiosi. Per ogni 10 vittime di sesso femminile nel nostro Paese, ve ne sono 24 di sesso maschile. In Germania lo stesso rapporto è di 10 a 16, in Francia 10 a 14. Anche considerando i soli contagi, l’Italia è prima per divario tra uomini e donne nei Paesi più colpiti dal Covid-19. Da questo punto di vista siamo un Paese sui generis.
Da varie fonti è emerso che nella Penisola si parla molto di salute e benessere nell'invecchiamento ma si praticano molto poco le indicazioni di prevenzione.
Dai dati Eurostat sappiamo che gli italiani più anziani hanno più frequenti contatti annuali con un medico (specialista o di famiglia) rispetto al resto d'Europa. Da noi, meno di 1 anziano su 4 (23,9%) si esime dal fare controlli, contro gli oltre 6 anziani su 10 (60%) dei Paesi del Nord, i poco più di 1 su 2 (55,4%) dei Paesi Bassi e i meno di 1 su 2 (47,7%) della Spagna. La media UE e di 4 su 10 (40,4%).
Stranamente però, siamo anche tra quelli che in tarda età assumono meno medicinali. Solo il 62,9% degli uomini ne fa uso, mentre si sale al 67,2% tra le donne.
La media europea è superiore all'80% e altrove, come in Repubblica Ceca, Portogallo e Spagna, si supera il 90%.
Quindi, gli italiani vanno più dal medico ma si curano meno. Indicatori come il tasso di frequentazione dei medici o l’assunzione di medicine ci avvicinano di più ai paesi dell'Est Europa che a quelli occidentali e tale tendenza sembra confermarsi per il futuro anche se guardiamo ai dati sugli stili di vita. Infatti nei dati sui fumatori che, come sappiamo, sono più a rischio nei casi di epidemie che colpiscono le vie respiratorie, gli italiani e gli spagnoli superano francesi, tedeschi e inglesi in termini di divario tra fumatori (uomini e donne) dopo i 65 anni.
Se quindi si vuole trovare una causa nella diversa mortalità da coronavirus fra uomini e donne occorre considerare non solo le motivazioni genetiche, gli estrogeni che proteggono le donne fornendo loro una risposta immunitaria maggiore, ma anche fattori comportamentali.
Dopo questa emergenza saranno indicazioni da considerare sotto il profilo delle politiche di prevenzione e diffusione di corretti stili di vita.
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)