Le Acli di Bologna, nel report ‘Mondo colf 2019′, sollevano una esigenza che presto emergerà nel Paese: quella di adeguare il welfare al crescente numero di assistenti domiciliari anziane presenti in Italia. Nella sola Bologna ci sono circa 2000 colf (1.929 colf) over 65. Filippo Diaco, presidente del patronato, sottolinea che fra le quasi 3.000 colf contrattaualizzate in città quest'anno vi sono anche 70enni che assistono 80enni. Dieci anni fa l'età media di queste lavoratrici era fra i 40 ai 55 anni, oggi va dai 55 ai 70 anni.
Le conseguenze sul panorama del welfare locale, sono apprezzabili perché sempre più spesso le assistenti domiciliari svolgono pratiche per loro stesse dall'invalidità civile alla pensione (che riguarda solo le più fortunate).
Per il Patronato Acli: “Molte di loro non hanno contributi sufficienti e questo avrà ricadute pesanti sul loro benessere, appena non saranno più in grado di lavorare". La maggior parte di colf e badanti (Acli conta 2.932 contratti attivi) “ha famiglia nel Paese di origine, sono nonne e mandano quasi tutto il guadagno alla famiglia”. Persone che in Italia “non matureranno mai il diritto alla pensione”.
Se oggi la fascia d’età prevalente delle colf assunte (dati 2019: 2.753 donne e 179 uomini) è tra i 50-65 anni, si può facilmente prevedere che presto loro stesse avranno bisogno di assistenza e welfare. Per questo le Acli hanno chiesto ai candidati alle regionali di impegnarsi a sostegno delle famiglie che assumono una badante (ad oggi sono previsti solo sgravi fiscali).
(Sintesi redatta da: Carrino Antonella)