In Italia la recessione demografica ha toccato punte inimmaginabili almeno secondo le cifre dell’ultimo censimento permanente dell’Istat: nel 2020 per ogni bambino c’erano 5,1 anziani. Dieci anni fa, nel 2011, lo stesso rapporto era di uno a 3,8. Nel 1971 il rapporto era praticamente alla pari (1,1).
Per il presidente dell’Istat Giancarlo Blangiardo il futuro sarà anche peggiore: si stima che nel 2021 il totale dei bambini nati scenderà sotto la quota dei 400mila, arrivando a circa a 385mila su una popolazione di 60 milioni di abitanti. Un’emorragia di nascite che in Italia si differenzia tra regione e regione.
La Liguria è la regione più anziana d’Italia: il rapporto tra bambini e anziani è di quasi uno ogni 8 (7,6). La Campania è invece la regione più giovane insieme con il Trentino Alto Adige: il rapporto scende a 3,8 anziani per ogni bambino. In mezzo — molto vicine alla media nazionale — la Lombardia e il Lazio (4,9), la Puglia e il Veneto (5,2), l’Emilia-Romagna (5,3).
Per Blangiardo: «Il family act e anche l’assegno unico sono l'unica speranza: ci auguriamo che possano arginare la discesa delle nascite». In alternativa potremmo essere pronti a strappare al Giappone il record di Paese più vecchio del mondo (adesso siamo al secondo posto).
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)