Nel corso di quest’anno la Fondazione Golgi Cenci di Abbiategrasso ha coinvolto 90 anziani in un esperimento sociale in collaborazione con l’università di Milano Bicocca , grazie al finanziamento dalla Fondazione Cariplo. L’esperimento nasce dalla ormai assodata importanza delle relazioni interpersonali come strumento di miglioramento della qualità di vita degli anziani, in quanto contrasta l’isolamento, l’inattività e l’insorgere di atteggiamenti depressivi nei singoli individui.
Tra febbraio ed aprile di quest’anno la Fondazione Golgi Cenci ha messo in campo due differenti tipologie di attività: una svolta a stimolare la socializzazione on line (attraverso l’uso di smartphone e social networks), l’altra off line. Le attività hanno coinvolto 93 anziani tra i 79 e gli 84 anni, 47 di loro sono stati coinvolti nell’uso delle nuove tecnologie, 46 negli incontri di discussione faccia a faccia. In entrambi i casi i due gruppi sono stati suddivisi in 3 sottogruppi per facilitare l’interazione e la comunicazione tra i componenti e referenti delle attività. Il corso per la socializzazione on line si è riunito con scadenza bisettimanale e si è concentrato sull’uso di whattsApp e Facebook, grazie anche ad una strumentazione ideata da una ditta svedese per la terza età, mentre gli incontri off line bimestrali si sono concentrati su argomenti quali alimentazione e benessere, invecchiamento e qualità della vita, attività motoria nell’anziano, la vita sociale come supporto di un buon invecchiamento.
Il tutto è stato completato da una serie di focus group sul tema della socializzazione nel quotidiano.
Oltre ai membri della Fondazione, nel ruolo di assistenti sono stati coinvolti alcuni studenti del secondo e terzo anno del liceo di scienze umane Bachelet di Abbiategrasso, il che ha permesso di caratterizzare il progetto anche dal punto di vista del rapporto intergenerazionale (che spesso ha assunto un vero e proprio carattere affettivo).
All’interno delle attività di socializzazione on line si sono creati inoltre 3 focus group di 36 persone chiamati a riflettere sulla differenza di alcune attività del tempo libero (ballare, andare in bici, fare vacanze, giocare a carte…) e ad ognuno di loro è stato chiesto di dichiarare se queste attività fossero attualmente ancora svolte e in caso affermativo se fossero svolte da soli o in compagnia. Come linea di demarcazione temporale è stato fissato il pensionamento.
Nel complesso è emerso che la propensione a svolgere le attività in maniera individuale è aumentata dopo questo evento, mentre lo svolgerle in compagnia ha assunto il trend inverso, soprattutto a causa dell’assenza di un/una compagno/a di vita con cui dividerle. Questa assenza si manifesta nel caso delle donne in modo ambivalente, come un senso di timore per la paura di essere oggetto di raggiri o furti in casa, ma anche come una acquistata libertà di uscire in qualsiasi momento alla ricerca di nuove amicizie.
Gli uomini soli invece tendono a continuare a frequentare i vecchi ambienti e i vecchi amici.
Tutti comunque denunciano la mancanza sul territorio di spazi e di strutture urbane dove potersi riunire per partecipare ad attività socializzanti.
In conclusione, lo studio fin qui condotto mostra ancora una volta come le tecnologie senior friendly, i rapporti intergenerazionali e la promozione di incontri sul territorio siano fondamentali per promuovere e sviluppare la cultura dell’invecchiamento attivo.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)