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L’infarto si può predire grazie a un biomarcatore nel sangue

www.ilgiornale.it, 23-05-2019

Esistono vari fattori di rischio che aumentano il rischio di infarto in una persona: tra questi si possono citare il fumo, l'ipertensione, il diabete, il peso eccessivo e una dieta poco equilibrata. Tuttavia vi sono anche componenti non modificabili, legate per esempio all'età e al sesso. Tra i fattori di rischio non modificabili troviamo anche una componente genetica: la plausibilità di un evento cardiovascolare può essere scritta infatti nel nostro DNA. I ricercatori dell'Università di Tor Vergata hanno messo a confronto i pazienti con sindrome coronarica stabile e instabile, ovvero con e senza infarto, per identificarne le varianti molecolari e comprendere se, da queste, fosse possibile trovare dei biomarcatori che possano predire la probabilità di soffrire di una patologia che interessa ogni anno, solo in Italia, circa 70.000 persone e rappresenta una delle principali cause di morte e disabilità nel mondo. 

 Analizzando in particolare vari frammenti di microRNA presente nel sangue gli studiosi ne hanno individuato uno che mostra un comportamento anomalo, denominato miR-423: tale molecola risulta essere espressa a livelli molto bassi nei pazienti con malattia coronarica subito dopo l'infarto. Identificato questo biomarcatore, ora la sfida sarà quella di mettere a frutto i risultati della ricerca sviluppando terapie personalizzate e di precisione verso chi sembrerebbe presentare un rischio maggiore.

(Sintesi redatta da: Miuccio Angela)

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LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2019-05-23
Numero
Fontewww.ilgiornale.it
Approfondimenti Onlinesalute.ilgiornale.it/news/28441/rischio-infarto-sangue-precisione-personalizzate/1.html
Subtitolo in stampawww.ilgiornale.it, 23-05-2019
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Miuccio Angela)
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Parole chiave: Genetica Malattie cardiovascolari