Viene contestata dal pneumologo del Policlinico Gemelli, Luca Richeldi, componente del Comitato tecnico scientifico (Cts), la raccomandazione della Asl di Vercelli che esorta a non far incontrare ai nonni i bambini, potenziali contagiati dal virus preso a scuola.
Secondo Richeldi, l'indicazione è troppo drastica per due motivi; se i bambini osserveranno le misure di prevenzione indicate saranno efficacemente protetti contro le infezioni. Inoltre gli anziani, rispetto al virus, sono oggi più preparati, e, riconoscendo il pericolo, saranno più propensi a vaccinarsi contro l’influenza e lo pneumococco.
Inoltre sono più attenti ai sintomi sospetti, quindi più pronti a segnalarli al medico di famiglia. E' importante il ruolo degli anziani (al di là della questione utilitaristica per le famiglie), anche per la possibilità che hanno di contribuire alla dimensione affettiva familiare. Per i bambini è molto importante l’interazione con i nonni, i quali possono accompagnarli in un tipo di formazione emotiva molto intensa.
L'importante e far capire a tutti l'importanza delle regole di sicurezza, facendo capire ai bambini che indossare la mascherina e mantenersi a debita distanza dai compagni vuol dire tutelare i nonni. Un concetto di interesse collettivo non facile per i più piccoli ma che gli adolescenti non avranno problemi a comprendere. Non si devono sottovalutare i segnali; l’età mediana dei nuovi positivi è tornata ad aumentare, e c’è la tendenza a una nuova crescita proprio da casi di contagio all’interno della famiglia.
Un elemento da controllare, e che va evidenziato ai giovani per farli riflettere ed evitare gli assembramenti serali. Comunque quando si arriva a casa dei nonni subito a lavarsi le mani, e in caso di quarantena dei compagni o tosse e raffreddore (anche se indipendenti dal Covid-19) il bambino non dovrà avere contatti con i nonni. Ricordarsi comunque che in caso di tosse e febbre non si deve correre in ospedale ma consultare il proprio medico.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)