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Carrino Antonella

Il risparmio degli italiani: 1 su 5 lo fa per la vecchiaia ma c’è passività sui rischi dell’invecchiamento

04-09-2019

Intesa Sanpaolo e il Centro Einaudi hanno condotto uno studio sul risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani. La ricerca illustra le tendenze degli italiani nel gestire le proprie finanze e le motivazioni che li spingono ad accantonare risorse finanziarie. L’indagine è stata condotta per l’anno 2018 su tutto il territorio italiano dividendo il campione di intervistati in due gruppi, distinti in base a caratteristiche di età, sesso, titolo di studio, reddito ecc. 

Circa 1000 interviste (1.021) hanno riguardato i cosiddetti “decisori”, ossia i responsabili delle decisioni di risparmio e investimento della famiglia e oltre 500 interviste (523) sono state condotte su soggetti “non decisori”, ossia coloro che non essendo capifamiglia o finanziariamente indipendenti, non effettuano scelte economiche e finanziarie in autonomia. 

Un questionario ad hoc ha raccolto informazioni su per ognuno dei due target, enucleando dati sui comportamenti e opinioni di risparmio e sul tenore di vita degli intervistati. Da un punto di vista reddituale, il 92,3% del campione, negli ultimi dodici mesi, si è detto completamente indipendente, il 5% ha dichiarato di essere parzialmente indipendente e il 2,7% non indipendente.

Nel 2018, rispetto al 2017, è diminuita la percentuale di chi non è indipendente perché lavora il coniuge/convivente (-3,6%) ed è aumentato chi sta avviando una propria attività (dallo 0% al 7,9%). Circa 6 intervistati su 10 (59,9%) possono contare su entrate derivanti da lavoro a tempo pieno o reddito d’azienda (+1,9% dal 2017). Solo il 2,8% del campione ha redditi derivanti da attività part-time o saltuaria (-1,2% rispetto al 2017). Si sostiene su pensione o reversibilità il 32,7% del panel; residuali le quote attribuibili al reddito del coniuge/convivente (3%), mobilità o cassa integrazione (0,4%) e trasferimenti da parenti, ex coniugi o rendite (1,3%).

Quanto all’ammontare delle entrate,  sono state individuate nel questionario quattro fasce di reddito netto:  1) fino a 1.600 euro, 2) da 1601 euro a 2.000 euro, 3) da 2.001 euro a 2.500 euro, 4) oltre i 2.501 euro, e le percentuali emerse per ciascuna variano a seconda della posizione lavorativa del capo famiglia. La fascia più bassa di reddito è composta soprattutto da lavoratori dipendenti con contratto a termine o atipico (65,9%) e da pensionati (56,3%); residuale la quota di inoccupati.

Migliorano le aspettative sul tenore di vita nell'età della pensione. Il saldo fra ottimisti e pessimisti sulla possibilità di sostenere il tenore di vita nella vecchiaia sale al 31,2%, in netto aumento sul 2017 (+19,1 per cento) e sul minimo toccato nel 2016 (+6,7 per cento). Dopo aver temuto per alcuni anni di non riuscire a sostenere il tenore di vita durante la vecchiaia, gli intervistati tornano a ritenere di potercela fare. Il dato negativo riguarda una certa passività degli italiani nei confronti dei rischi collegati all’invecchiamento che puntano sul "fai da te" provvedendo da soli ad accantonare e investire il necessario per auto-assicurare i rischi legati alla vecchiaia.

Quanto alle motivazioni di questo risparmio, dalla ricerca emerge che, nel 2018, oltre il 43% degli intervistati che lo hanno fatto con uno scopo specifico ( "intenzionali"), dichiara di accantonare risorse per far fronte a eventuali imprevisti, quasi il 20% risparmia per la vecchiaia, il 21% per i figli e il 14% per la casa. Residuale la percentuale di chi accantona delle risorse per avviare una nuova attività (1,2%).

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Autore (Cognome Nome)Carrino Antonella
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2019
Pagine
LinguaItaliano
Data dell'articolo19000101
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
Subtitolo in stampa04-09-2019
Fonte da stampare
Volume
Approfondimenti
Carrino Antonella
Attori
Parole chiave: Differenze dovute ad età, sesso, razza, ecc. Patrimonio: investimenti, assicurazioni, problemi economici Ricerca