Secondo il documento dell’Inps, elaborato con l’aggiornamento ad opera dell’Osservatorio lavoratori domestici, nel 2021 i lavoratori domestici con contributi sono stati 961.358, con un incremento del +1,9% rispetto al 2020 (+18.273 lavoratori). Si torna così ai livelli occupazionali precedenti il 2014, con una tendenza crescente iniziata nel 2020 (+9,9% rispetto al 2019). Gli incrementi nel 2020-2021 sono dovuti, inizialmente (marzo 2020), a una spontanea regolarizzazione di rapporti di lavoro per consentire ai lavoratori domestici di recarsi al lavoro durante il periodo di lockdown – si legge in una nota dell’Istituto - e, successivamente, al decreto ‘Rilancio’.
Anche i dati del triennio 2019-2021 mostrano per i lavoratori stranieri un trend più dinamico e generalizzato, con una crescita pari a +11,9%, e un andamento invece più discontinuo per i lavoratori italiani, cresciuti di +13,5% tra il 2019 e il 2020 e diminuiti di -0,9% nell’ultimo anno. Nel corso del 2021, comunque, il numero dei lavoratori domestici mostra una decrescita, soprattutto nel quarto trimestre, con alcune differenze tra italiani e stranieri: i lavoratori italiani presentano un lieve andamento decrescente dal primo al quarto trimestre; tra i lavoratori domestici stranieri, invece, si osserva un più evidente andamento decrescente a partire dalla seconda metà dell’anno, correlato probabilmente all’esaurirsi degli effetti del decreto ‘Rilancio’ che ha regolamentato l’emersione di rapporti di lavoro irregolari.
Con l’incremento di lavoratori del biennio 2020-2021, il peso delle donne è diminuito e nel 2021 si attesta all’84,9%, mentre gli uomini, superando nel 2021 le 144 mila unità, fanno registrare un incremento di oltre il 17% rispetto al 2020 (quasi il 50% in più rispetto al 2019). Il Nord-Ovest è l’area geografica con il maggior numero di lavoratori (30,5%), seguita dal Centro con il 26,8%, dal Nord-Est con il 20,5%, dal Sud con il 13,0% e dalle Isole con il 9,2%.
La maggior parte dei lavoratori domestici proviene dall’Europa dell’Est; seguono i 288.749 lavoratori di cittadinanza italiana, quelli provenienti dal Sud America e quelli dall’Asia Orientale. Prevale la tipologia di lavoro “Colf” con il 53% del totale dei lavoratori, contro il 47% della tipologia “Badante”. La tipologia “Colf” è prevalente tra i lavoratori italiani e quasi tutti i lavoratori stranieri, ad eccezione di quelli provenienti dall’Europa dell’Est, dall’Asia Medio Orientale e dall’America Centrale, in cui prevale la tipologia “Badante”. La classe d'età “50-54 anni” è quella con la maggior frequenza tra i lavoratori domestici, con un peso pari al 17% del totale, mentre il 19,2% ha un’età pari o superiore ai 60 anni e solo il 2,5% ha un'età inferiore ai 25 anni.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)