Lei si chiama Anna (il nome è di fantasia), ha 54 anni, viene dall’Ucraina e sono tre settimane che lavora 7 giorni su 7, 24 ore su 24 senza mai uscire di casa, neanche per fare la spesa o buttare l’immondizia.
Anna fa parte di un altro esercito, invisibile e silenzioso, che in questi giorni non ha mai smesso di lavorare: le badanti.
“Assisto da quattro anni una signora di quasi 90 anni malata di Alzheimer – racconta Anna– ultimamente le sue condizioni sono peggiorate e i figli volevano farla ricoverare in una casa di riposo ma il Coronavirus ha fermato tutto. Come molti malati di Alzheimer, la signora non riesce a stare ferma più di qualche minuto, non riconosce la sua casa e vuole uscire in continuazione all’inizio dell’emergenza potevamo ancora andare a fare la spesa o al ma da tre settimane non ci muoviamo più da casa. Ho provato a portarla con me, magari per passeggiare in giardino ma vuole uscire dal cancello, non capisce perché dobbiamo stare chiuse qui e diventa aggressiva quindi ho rinunciato”.
E da tre settimane Anna non ha più avuto un giorno libero e una sola notte intera per dormire: “Prima avevo liberi il sabato pomeriggio e tutta la domenica. Adesso i figli della signora preferiscono evitare altri contatti quindi di lei mi occupo solo io ma è sfinente, dormo nella sua stessa camera per tenerla d’occhio e passo la notte cercando di riportarla a letto e tranquillizzarla perché cerca i suoi genitori ed è sempre sveglia. Il medico ha suggerito di aumentarle i farmaci per tenerla più tranquilla ma la intontiscono, fa fatica a camminare e rischia di cadere. Meglio di no”.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)