Da una ricerca dell'Ospedale San Raffaele di Milano risulta che i pazienti affetti da Covid-19 che sono stati intubati e sedati, risultano meno colpiti da disturbi cognitivi e di memoria.
In pratica chi è stato maggiormente colpito dal virus ed è stato curato in terapia intensiva, ha avuto minori problemi per quel che riguarda le capacità mnemoniche e neurologico, rispetto a chi ha subito terapie meno invasive, come il casco Cpap, e quindi era rimasto cosciente.
I dati infatti hanno mostrato il bisogno di intervenire a livello neuropsicologico riabilitativo precoce, quando ancora il paziente è positivo alla Sars-Cov2 ma non più in fase acuta. Questo per aiutare a recuperare le funzioni neurologiche, motorie e respiratorie, perse durante la fase acuta della malattia. Il supporto può essere anche attuato per telemedicina.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)