Pensionati e dipendenti pubblici vedranno riflessi sulle loro buste paga un aumento dello 0,9%, misure che concentreranno un bel po’ di spesa pubblica, pari a circa 3.000 milioni di euro in più tra tutte le amministrazioni in un anno segnato, ancora una volta, dalla pandemia. Si prevede che, con l'inflazione interna negativa, i due gruppi, che contano quasi dodici milioni, guadagneranno potere d'acquisto.
L'aumento delle pensioni andrà da due a undici euro e lascerà la pensione minima a 689,7 euro mensili e quella massima a 2.707,49 euro. Nel corso del 2021 saranno erogati 163.297 milioni di pensioni, 36 su 100 euro spesi nei conti dello Stato. Oltre agli aumenti, l'esercizio porterà nuove regole pensionistiche in conformità con la legge sulle pensioni e un'altra riforma imposta da Bruxelles per equilibrare il sistema pubblico come condizione per ricevere i fondi europei. Si prevede quindi un nuovo inasprimento dei requisiti per l'accesso alla pensione in ottemperanza alla normativa che obbliga a lavorare più anni e a ricevere un importo minore.
Dal 2019 l'età pensionabile ha iniziato ad aumentare di due mesi per raggiungere i 67 anni nel 2027. Questa regola ha le sue eccezioni. I lavoratori con una lunga vita lavorativa alle spalle possono andare in pensione con il massimo a 65 anni purché abbiano contribuito per 37 anni e tre mesi o più.
Con il nuovo anno arrivano anche cambiamenti nel pensionamento anticipato. La norma ritarda l'età per accedere al pensionamento anticipato volontario fino a 64 anni. Inoltre, per accedere a questa modalità, sono necessari almeno 35 anni di contributi, e per ogni quarto di anticipo rispetto all'età pensionabile ufficiale, la pensione subirà una penale progressiva che andrà dal 2% della base regolamentare per trimestre, se sono quotate da meno di 38,5 anni, fino all'1,625% se superano i 44,5 anni di contribuzione.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)