Un viaggio in minibus nella pianura di Scarborough segna il primo passo verso la libertà per la 94enne Phyllis Padgham dopo un anno di confinamento nella sua casa di cura. Phyllis non lasciava la struttura dal primo lockdown e non vedeva la sua pronipote di due anni da quando la bambina aveva imparato a camminare. Inoltre, come per centinaia di migliaia di altri residenti delle case di cura inglesi, le erano stati vietati anche i tanto amati viaggi per visitare chiese e giardini. L’anziana vedova, madre di tre figli, è  uno dei primi ospiti delle case di cura ad approfittare delle nuove linee guida del governo entrate in vigore il 4 maggio che consentono ai residenti di effettuare visite accompagnate all'aperto senza dover affrontare al rientro una quarantena di 14 giorni.

Un altro anziano ospite che si è goduto la sua prima uscita dopo 14 mesi di chiusura, è Patrick Nelson, 93 anni. Il personale della struttura l’ha accompagnato a fare una passeggiata in riva al lago. "Ho provato un incredibile senso di libertà", ha raccontato ai giornalisti.

L’allentamento delle regole era stato annunciato venerdì 30 aprile dal premier Boris Johnson, ma non tutti gli operatori sanitari si sono mostrati entusiasti. Ciò che rimproverano al governo è la mancanza di un’adeguata copertura assicurativa in caso di nuovi focolai all’interno delle residenze. "Non si può solo dire, oggi le porte sono aperte", lamenta Nicola Richards gestore di una piccola catena di case di cura che non hanno ancora aderito all’allentamento. "Il governo non si consulta con noi e non ci dà il tempo di mettere in atto misure adeguate per metterci in sicurezza". Alcune case di cura affermano inoltre di temere di essere citate in giudizio dalle famiglie in caso le visite possano far scoppiare casi di Covid-19.