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In montagna dopo l’ictus, occhio sopra i 2.000 metri

www.repubblica.it, 22-01-2019

Tempo freddo e neve: l'Associazione per la lotta all'ictus cerebrale (Alice Onlus) raccomanda alcune regole per godere a pieno di una vacanza in alta quota. Se fino a 1.500-2.000 metri, perlomeno in estate e con il bel tempo, non si incontrano grandi rischi, sopra i 2.000 - e in particolare in inverno - ci si può imbattere in pericoli oggettivi: carenza di ossigeno, freddo, vento, valanghe. La riduzione della pressione atmosferica e, di conseguenza, della pressione dei gas presenti nell'aria che respiriamo, fa sì che salire in alta quota, soprattutto per soggetti con patologie acute o croniche, debba essere un'attività da svolgere sotto il controllo medico. A 2.000 metri si ha una riduzione del 20% dell'ossigeno presente nell'aria, a 3.000 ne manca già il 30%, a 4.800 metri (l'altezza del Monte Bianco) ne manca circa la metà.

(Fonte: tratto dall'articolo)

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LinguaItaliano
OriginaleNo
Data dell'articolo2019-01-22
Numero
Fontewww.repubblica.it
Approfondimenti Onlinewww.repubblica.it/salute/medicina-e-ricerca/2019/01/21/news/in_montagna_doopo_l_ictus_occhio_sopra_i_2_000_metri-217094549/
Subtitolo in stampawww.repubblica.it, 22-01-2019
Fonte da stampare(Fonte: tratto dall'articolo)
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Parole chiave: Contesto montano Viaggio Ictus