Nella scuola circa il 40% dei professori, 400 mila persone, è over 55, e di questi oltre 170mila hanno più di 62 anni e sono quindi da considerarsi lavoratori "fragili" a rischio Covid.
A questi vanno poi aggiunti tutti quelli che presentano problematiche respiratorie, cardiologiche o oncologiche e che potrebbero valutare la possibilità di non tornare in presenza per il rischio contagio. Tutti questi lavoratori potrebbero quindi non rientrare in presenza, portando la scuola a reclutare molti più supplenti degli anni passati. Per essere considerati lavoratori fragili, ed essere quindi sotto tutela e sorveglianza sanitaria speciale, si deve fare domanda dal 1 settembre, fornendo la certificazione necessaria. Nelle regioni dovrebbe essere la Lombardia quella con il maggior numero di personale scolastico a rischio, seguita da Emilia Romagna, Veneto e Lazio.
Secondo i sindacati il problema si doveva risolvere in precedenza, ma il ministero ha chiarito che al momento non risultano criticità, sottolineando però che la situazione sarà chiara solo a partire dai primi giorni di settembre, dopo la presentazione delle domande. Prosegue la campagna di screening gratuito tra i docenti che decidano di sottoporsi al test sierologico volontariamente. Per ora le adesioni sono state basse, ma si teme che a ridosso della scadenza del 7 settembre, ci possa essere un picco di accessi negli ambulatori dei medici.
La Gilda Insegnanti ha però segnalato molti docenti si sono lamentati della mancanza di disponibilità dei medici di famiglia ad effettuare i test e che di conseguenza si sono dovuti rivolgere alle Asl che hanno attese lunghissime e mancanze di kit.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)