L’aspettativa di vita si è allungata e l’età pensionabile si sposta sempre più avanti a causa della crisi economica rischiando di trasformarci in long worker. Come capire qual è il punto di equilibrio tra le esigenze del sistema previdenziale e lo stato di salute reale? In uno studio pubblicato sull’European Journal of Ageing, la ricercatrice dell’IIASA Daniela Weber ed Elke Loichinger dell’Istituto federale per la ricerca sulla popolazione in Germania, hanno analizzato la relazione tra aspettativa di vita lavorativa e aspettativa di salute, distinguendo tra i diversi aspetti: salute fisica, cognitiva e generale.
L’analisi si è concentrata sui decenni 50-59 e 60-69, in quanto i più coinvolti da un possibile slittamento in avanti dell’età pensionistica. Il risultato evidenza che l’efficienza fisica concede margini maggiori di attività, ma molto dipende dal livello di istruzione. Per esempio un sessantenne svedese con livello di istruzione basso può aspettarsi di lavorare 4,2 anni in più e di godere di buona salute per 8,4 anni, che diventano 8,7 se il livello di studi è più alto (e in questo caso l’ipotesi di uscita dal mercato del lavoro può estendersi a 6 anni). Tutte differenze che dovranno essere valutate nelle future modifiche ai sistemi pensionistici.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)