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Carrino Antonella

Gli italiani e la Brexit: il caso di Anna Amato ritwittato da Jeremy Corbyn

16-09-2019

Il nuovo premier britannico Johnson, nel suo discorso di insediamento, ha citato una serie di priorità nazionali tra cui quella di migliorare il servizio offerto dal sistema sanitario nazionale e superare la crisi dell'assistenza sociale risolvendo i problemi degli anziani con ricoveri ospedalieri. E’ in atto uno scontro durissimo nel Parlamento britannico fra il primo Ministro, che è disposto a rischiare una uscita dalla Ue senza accordo (No deal brexit), e le opposizioni, che vogliono evitare questo evento. Finora le dimissioni più illustri sono state quelle dello stesso fratello di Johnson, del Ministro del lavoro  e dello stesso speaker del Parlamento. In attesa che si decidano le sorti del Paese e nonostante l'attenzione rivolta al welfare, almeno nei discorsi programmatici, molti residenti nel Paese vivono nell’incertezza.

Sono soprattutto i più anziani, che vivono da molti decenni in Gran Bretagna e non riescono a recuperare la documentazione attestante la loro permanenza da più di 5 anni nel Paese. Tale condizione è richiesta dalle regole che saranno applicate in caso di Brexit.

Anna Amato (57 anni) è una di questi. Vive nel Regno Unito da 55 anni, ma non viene considerata dallo Stato inglese una cittadina britannica. Eppure ha sempre amato e rispettato le regole di quella che considera la sua Patria. Come riporta il giornale online Metro, il Ministero degli interni ha notificato che la sua documentazione non era sufficiente a dimostrare la sua permanenza oltremanica per più di un lustro.  

Anna si è trasferita a Bristol con i genitori quando era piccola. Ha frequentato qui il liceo e l’università. Per 20 anni ha gestito una pizzeria d’asporto e ha lavorato in Ospedale per molti anni. Suo marito è inglese e i suoi figli si considerano britannici. La maggior parte delle carte che le servivano per verificare il suo status sono andate perse: le scuole che ha frequentato da bambina negli anni ’70, ad esempio, hanno chiuso e non hanno digitalizzato i documenti che attestavano la sua presenza. Stessa storia per l’ospedale in cui la 57enne originaria di Caserta è stata più volte da giovane. La sua vicenda è divenuta virale al punto da essere ritwittata da Jeremy Corbyn, leader del partito laburista.

Questo il messaggio del politico inglese: “Anna ha vissuto nel nostro Paese per 55 anni, dopo esser arrivata qui da bambina con sua madre dall’Italia. Come mai può un governo trattare in questo modo persone che sono diventate nostri amici, vicini di casa o addirittura familiari?”.

Anna non è l’unica cittadina “straniera” che, con l’avvicinarsi della Brexit, ha dovuto richiedere la cittadinanza, nonostante vivesse in Inghilterra da anni. Ci sono circa 3,5 milioni di persone nel Regno Unito che hanno bisogno di richiedere uno status stabile per continuare a risiedere nella loro casa. Alcuni pensionati italiani, anche ultra 80enni, stanno affrontando le stesse difficoltà di Anna. Di recente, il governo inglese ha informato i cittadini dell’UE che vivono in Gran Bretagna di avere tempo fino al dicembre 2020 per registrarsi e per mantenere i propri diritti. Finora, sono arrivate solo un milione di richieste.

   

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Autore (Cognome Nome)Carrino Antonella
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2019
Pagine
LinguaItaliano
Data dell'articolo19000101
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
Subtitolo in stampa16-09-2019
Fonte da stampare
Volume
Approfondimenti
Carrino Antonella
Attori
Parole chiave: Empowerment Europa Politiche riferite alla popolazione anziana