L'autore si trova a riflettere sul fatto di far parte, con i suoi 70 anni e le sue patologie regresse, degli anziani più a rischio della pandemia, insieme ai poveri. Gli anziani residenti nelle case di cura sono tra coloro che pagano il prezzo più alto a causa del periodo di totale isolamento in cui sono costretti a vivere.
La società si trova orfana del patrimonio di esperienze e di vissuti che viene dagli anziani e costituisce l'anima profonda delle nostre comunità. Perché l'Italia perde, con i suoi anziani, una parte consistente del suo aspetto culturale e sociale. Ci sono poi da considerare i poveri, coloro che non si possono permettere di restare un mese senza lavorare. Anche il passaggio alla cassa integrazione per molti è una tragedia. Per questo vanno prese son urgenza tutte le misure necessarie a sostenere la popolazione più in difficoltà, ma anche iniziare a pensare come rendere meno vulnerabili i cittadini. Una società con tante diseguaglianze, è sempre più chiaro, non ha futuro.
Si deve tornare a puntare sui servizi pubblici, come scuola e sanità, essenziali gratuiti e di qualità per tutti. Interrogandoci, magari, sul nostro modello economico che funziona creando disparità e divario, mentre bisogna tornare a rimettere al centro la comunità tutta del pianeta, compresi poveri e anziani.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)