Più forti, spediti nel camminare e rapidi nelle reazioni: gli anziani di oggi si dimostrano «giovani» se paragonati ai coetanei di 30 anni fa. I 75-80enni hanno migliori risultati non solo a livello fisico, ma anche cognitivo. Lo spiega uno studio della Facoltà di scienze dello sport e della salute dell’Università di Jyväskylä in Finlandia pubblicato su The Journals of gerontology series A.
I ricercatori hanno confrontato i dati di 500 persone raccolti tra il 1989 e il 1990 e di altre 726 acquisiti tra il 2017 e il 2018. Con una serie di test sono state misurate alcune prestazioni sul primo campione: forza muscolare, velocità del cammino e di reazione, fluidità verbale, memoria. Le stesse prove ripetute a distanza di un trentennio su un campione di popolazione della stessa età hanno dato esiti migliori.
Lo studio, come ammettono gli stessi ricercatori, ha alcuni limiti. Tra questi, il focus esclusivo sulla popolazione finlandese. È probabile però che i risultati siano estendibili ad altri Stati che hanno vissuto cambiamenti sociali simili a quelli della Finlandia negli ultimi cent’anni.
La ricerca inoltre tocca un tema importante per gli esperti di geriatria e non solo: la relazione tra allungamento dell’aspettativa di vita e la qualità degli anni guadagnati. «Un aspetto interessante e cruciale per la nostra società» dice Alberto Pilotto, presidente della Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio (SIGOT). Esistono differenze all’interno dei confini europei. «I dati Eurostat mostrano che nei Paesi meno sviluppati in termini socioeconomici le persone anziane hanno in media meno anni da vivere attivamente e in salute. I risultati migliori si notano negli Stati nordici, come appunto la Finlandia».
(Fonte: tratto dall'articolo)