La leggenda del calcio inglese Gary Lineker afferma che si sottoporrà a controlli extra per rilevare eventuali segni di demenza e ritiene che la pratica dei colpi di testa debba essere bandita dall'allenamento a tutti i livelli. Il giocatore sessantenne ha rivelato che lui e i co-protagonisti di questa storia, uscita già da tempo sulla stampa britannica, Alan Shearer e Ian Wright, temono di poter contrarre la malattia. Infatti, secondo studi recenti, gli ex calciatori professionisti hanno 3,5 volte più probabilità di morire per un disturbo cerebrale rispetto alla popolazione in generale. La demenza, infatti, ha portato alla morte di quattro degli eroi inglesi della Coppa del Mondo del 1966 - Nobby Stiles, Jack Charlton, Martin Peters e Ray Wilson - mentre a Bobby Charlton è stata diagnosticata l'anno scorso.

La scorsa settimana l'ex difensore del Manchester United e del Leeds United Gordon McQueen, 68 anni, è diventato l'ultimo ex professionista ad esserne stato colpito. Lineker si è unito a talkSPORT radio per un documentario Dementia in Football dopo che questo mese il Parlamento ha avviato un'indagine sul legame dello sport con le malattie cerebrali. Lineker, che ha segnato più colpi di testa per l'Inghilterra di chiunque altro, ha dichiarato: "Ho parlato con Alan Shearer e Ian Wright e con altri sulla preoccupazione che tra 10 o 15 anni possa accadere a uno di noi. Le probabilità suggeriscono che probabilmente accadrà”.

Lineker ha ammesso di fare controlli sanitari regolari, anche al cervello. La questione è esplosa quando l'ex attaccante inglese Jeff Astle è morto nel gennaio 2002 all'età di 59 anni e un'inchiesta definita ‘storica’ ha rivelato che la sua morte era dovuta a una "malattia sul lavoro" derivante dai ripetuti colpi di testa al pallone.