La Spagna ha una media di 5,7 infermieri ogni mille abitanti, la metà di quella della Francia, dove il rapporto arriva a 11,5 e inferiore alla media dell'Unione Europea, dove la media è di 9,5. Lo afferma un rapporto preparato dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Il CSIF, Centro indipendente per i sindacati e il servizio civile, stima che per adeguarsi ai rapporti europei, in Spagna mancano 120.000 infermieri e 45.000 assistenti infermieristici.Lo stress quotidiano sulla prima linea di cura, la mancanza di personale e mezzi, la quotidiana presa di decisioni difficili e la paura del contagio hanno colpito un gruppo che è stremato. L'impatto della crisi sanitaria ha portato il 24% dei professionisti a considerare ad un certo punto se abbandonassero l'esercizio della professione.
“Viviamo in una società che invecchia, in cui uno spagnolo su cinque ha più di 65 anni; Questa è una sfida poiché coinvolge un'alta percentuale di persone con malattie croniche, disabilità, dipendenza, ecc. Ecco perché dobbiamo promuovere e dare valore alla cura, sia professionale che non professionale ", ha affermato Fernando Martínez, presidente della Società spagnola di infermieristica geriatrica e gerontologica (SEEG).Cristina Muñoz, Responsabile Programmi e Qualità del Centro San Camilo, ha evidenziato la capacità dell'infermiere di rilevare situazioni di solitudine indesiderata, sottolineando che “ogni esperienza di salute e malattia ha un impatto anche sulla dimensione sociale delle persone”.
Muñoz ha sottolineato il ruolo svolto da questi professionisti della salute nella pandemia. “A causa delle situazioni di morte in solitudine, molte famiglie non hanno potuto salutare i propri cari. In questo contesto, l'infermeria ha promosso formule di addio alternative per migliorare il processo di lutto familiare”.Durante l'incontro organizzato dalla Fondazione Mémora, un ente che cerca di fornire aiuto alla società, sostenendo e migliorando l'assistenza alle persone e alle famiglie nel processo di fine vita, Martínez ha sottolineato il "cambiamento del modello di cura" che sta prendendo posto. "Ci stiamo muovendo verso un modello globale di cura centrato sulla persona e sulla sua famiglia, che passa attraverso la promozione e la prevenzione della salute".
Una nuova forma di organizzazione in cui, secondo Jiménez, l'infermieristica "deve essere un leader che media per la salute della popolazione". Della stessa opinione è Paris, che ha sottolineato che "la leadership nella cura deve venire dall'infermiera". Ha inoltre ritenuto che il CSIF stima che siano necessari 120.000 professionisti e 45.000 assistenti infermieristici per raggiungere i rapporti europei, la fase della pandemia è stata "un catalizzatore per rendere meglio visibile la società che abbiamo e il ruolo reale che i professionisti infermieristici sviluppano".
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)