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Cuore alto rischio per chi si riduce la lista dei farmaci

Il Messaggero, 07-07-2021, p.22

Sull’ultimo numero del Journal of American College of Cardiology un gruppo di ricercatori giapponesi guidato da Hideyuki Kawashima della Keio University Scool of Medicine a Minato (Tokyo), ha studiato l’impatto di una terapia medica ottimale proseguita per molti anni in un gruppo di pazienti sottoposti ad angioplastica o a by pass aorto coronarico. Sono stati analizzati i dati di più di 1470 persone costrette ad assumere 4 tipi di farmaci: beta bloccanti, antiaggreganti, statine, ace-inibitori o sartani. Buona parte di loro ha abbandonato la cura prima del termine della terapia, ma lo studio ha dimostrato che – a distanza di 10 anni dall’intervento – i pazienti che prendevano una terapia completa (46%) avevano una mortalità inferiore al 13% mentre quelli che avevano ridotto il numero dei farmaci da prendere facevano registrare una mortalità di circa il 20%. Alla stessa conclusione era già giunto uno studio precedente compiuto dall’Università di Cambridge su quasi 2 milioni di cardiopatici. L’OMS ha infatti documentato che “aumentare l’efficacia di adesione alla terapia avrebbe un impatto sulla salute della popolazione superiore a qualsiasi miglioramento medico specifico”.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2021
Pagine22
LinguaItaliano
OriginaleSi
Data dell'articolo2021-07-07
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Approfondimenti Online
FonteIl Messaggero
Subtitolo in stampaIl Messaggero, 07-07-2021, p.22
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
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Approfondimenti
Attori
Parole chiave: Benessere Malattie cardiovascolari