La salute del nostro cervello passa soprattutto attraverso le nostre interazioni sociali.
È quando sostiene una ricerca condotta su 293 persone con un’età media di 83 anni dagli scienziati della University of Pittsburgh Graduate School of Public Health che ha dimostrato come gli anziani più attivi socialmente mantengono la materia grigia più robusta nelle regioni del cervello notoriamente legate alla demenza.
“La ricerca – spiega a Sky TG24 il professor Bruno Gridelli, direttore generale di Upmc in Italia e professore dell'Università di Pittsburgh - è importante perché dimostra in maniera scientifica quello che in fondo sapevamo dall’antichità, l’importanza della vita sociale per mantenere salute cerebrale, che vuol dire mantenere intatte le capacità conoscitive e il tono dell’umore”.
Interazione sociale e movimento quindi sono i capisaldi della salute cerebrale e della prevenzione di malattie come la demenza senile. Ma in epoca di pandemia e di distanziamento sociale la categoria che rischia di rimanere più isolata e ferma è proprio quella degli anziani. “Premesso che in questo momento il rischio più alto per questa fascia di popolazione è quello di contrarre il coronavirus, visto che la maggior parte delle persone che muoiono a causa del Covid-19 hanno più di 70 anni, sarebbe però importante per loro riuscire a mantenere l’attività fisica anche chiusi in casa”, sottolinea il professore di Pittsburgh. “Il lockdown”, continua, “dovrebbe essere sempre accompagnato dalla possibilità di uscire e fare passeggiate. Bisognerebbe poi utilizzare strumenti di tipo informatico per aiutare a far eseguire delle sessioni di ginnastica a distanza. Ci sono possibilità di corsi e di training via web e bisognerebbe renderli disponibili, promuoverli e nel caso rimborsarli. Il metodo dovrebbe essere quello dell’educazione a distanza che viene utilizzata nelle scuole”.
Anche per le interazioni sociali la Rete può diventare una preziosa risorsa per non lasciare soli gli anziani
(Fonte: tratto dall'articolo)