Gli anziani esposti a lungo termine all'inquinamento atmosferico - anche a livelli abbastanza bassi - hanno un aumentato rischio di demenza, e le malattie cardiovascolari sembrano sia modificare che mediare questa associazione.
Questo secondo i risultati – pubblicati online su “JAMA Neurology” - dello studio SNAC-K (studio nazionale svedese sull'invecchiamento e l'assistenza a Kungsholmen).
«La ricerca nel campo della demenza si è concentrata in gran parte sul potenziale contributo dei fattori dello stile di vita, dell'uso di farmaci e delle condizioni di salute» premettono gli autori.
«Più di recente, si stanno accumulando prove relative all'associazione dell'esposizione all'inquinamento atmosferico e la patologia cerebrale, in particolare per quanto riguarda la neurodegenerazione, l'eccessivo stress ossidativo e la neuroinfiammazione» aggiungono.
I meccanismi biologici attraverso i quali l'inquinamento atmosferico influisce sulla salute del cervello non sono completamente compresi, ma sono possibili diverse vie, affermano gli studiosi. «Le particelle ultrafini e i componenti del particolato possono raggiungere il cervello attraverso la circolazione e indurre infiammazione sistemica, danneggiando la barriera emato-encefalica e attivando la microglia».
L'inquinamento atmosferico potrebbe anche influenzare indirettamente il cervello.
L'inquinamento atmosferico, infatti, è un fattore di rischio accertato per la salute cardiovascolare e ha dimostrato di essere un fattore scatenante di infarto miocardico acuto, insufficienza cardiaca e ictus.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)