La casa di cura si conferma uno dei luoghi più esposti al contagio da coronavirus: sull’isola di Skye (Scozia) tutti gli ospiti di una struttura ad eccezione di sette persone sono risultate positive e più di un quarto degli anziani che la abitano sono morti dopo aver contratto l’infezione.
Si tratta della Home Farm dove, nonostante l’amministrazione locale abbia cercato in tutti i modi di tenere il virus lontano, è nato un vero e proprio focolaio. Situazione verificatasi in due terzi delle 328 strutture della HC-One (società che possiede la stessa Home Farm) per un totale di quattro impiegati e 934 residenti deceduti.
I dipendenti della casa di cura in questione non sono riusciti a capire da dove sia arrivato il virus, anche se all’inizio dell’emergenza avevano mostrato preoccupazione circa l’arrivo di nuovi ospiti sistemati nei pochi letti lasciati vuoti, alcuni provenienti dagli ospedali e altri dalle loro abitazioni.
Hanno poi denunciato il fatto che inizialmente avevano avuto ordine di indossare mascherine solo accanto a pazienti con sintomi. Ma anche che, quando avevano proposto di trasferirsi temporaneamente nella struttura per evitare di trasmettere eventualmente l’infezione alle proprie famiglie, la direzione aveva imposto di far occupare i letti da clienti paganti.
Così il 27 aprile diversi ospiti hanno manifestato i primi sintomi e dopo pochi giorni 28 residenti sono stati infettati così come 26 dei 52 membri del personale. Una situazione che ha provocato lo sdegno e l‘ira dei familiari delle vittime e che ha portato la Polizia ad aprire un’inchiesta sulle cure offerte dalla casa di riposo.
(Fonte: tratto dall'articolo)