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Carrino Antonella

Che fine ha fatto la proposta di legge per l’intallazione di telecamere nelle case di riposo?

26-11-2019

Mentre si moltiplicano i casi di violenze sugli anziani ricoverati nelle case di riposo, si torna a parlare in questi giorni della proposta di legge per l'installazione di telecamere a circuito chiuso negli asili nido e nei centri per gli anziani.

Il testo è in esame da oltre tre anni. Approvato alla Camera il 23 ottobre del 2018  (Camera 1066 e abb.-A) giace ora in Senato (S. 897).

La prima firmataria della proposta, l’onorevole Gabriella Giammanco, sottolineava già nel 2016 "Il vero scoglio sarà la sua conversione in legge al Senato. Mi auguro che l'Aula del Senato, questa volta, si mostri più sensibile al tema della tutela dei più deboli e non rimandi oltre la questione". Il Senato non si è dimostrato molto sensibile visto che il testo (al quale sono abbinate altre 7 proposte di legge di diversi gruppi parlamentari), si è poi fermato a Palazzo Madama dove è in discussione in commissione Affari Costituzionali.

Dopo un ampio ciclo di audizioni, il 28 febbraio scorso la relatrice, sempre l'onorevole Giammanco, ha presentato un testo unificato. La proposta è di 10 articoli e prevede all'articolo 4 le indicazioni sull'installazione e la manutenzione delle telecamere. Si puntualizza nel testo che "l'accesso alle registrazioni è vietato, salva la loro acquisizione su iniziativa della polizia giudiziaria o del pubblico ministero come prova documentale in un procedimento penale". Vengono previsti tempi e modalità dell'applicazione e le sanzioni (multe da 3.000 a 10.000 euro).

Per l'attuazione delle disposizioni, il provvedimento prevede l’istituzione, presso il Ministero dell'economia e delle finanze, di un fondo con una dotazione iniziale di 26 milioni di euro per il 2019 e di 25 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2020 al 2023. Ulteriori stanziamenti rispettivamente di 13,5 milioni di euro per il 2019 e di 12,5 milioni di euro per gli anni dal 2020 al 2022 è finalizzato all'erogazione a ciascun Comune delle risorse finanziarie occorrenti per l'installazione di sistemi di videosorveglianza. Per la copertura del provvedimento viene utilizzato il fondo speciale di conto nell'ambito del programma 'Fondi di riserva e speciali' della missione 'Fondi da ripartire' del ministero dell'Economia.

Nella seduta dello scorso 16 ottobre il presidente della commissione, Stefano Borghesi, ha annunciato che mancava il consenso sufficiente per rimettere nel calendario dei lavori della commissione il testo.  La motivazione addotta riguarda l'inizio della sessione di bilancio durante la quale si sospende l'esame di provvedimenti con misure di spesa. Se ne riparlerà, dunque, dopo la manovra. 

Nel frattempo l’esigenza continua ad esistere sui territori che si stanno muovendo a prescindere dalle decisioni non assunte a livello nazionale. E’ di pochi giorni fa la notizia che, nel solo Friuli Venezia Giulia, sono 114 i Comuni che hanno fatto domanda per ottenere i finanziamenti regionali per l’installazione di telecamere nelle scuole e nelle strutture sociosanitarie per anziani e disabili. Si tratta di più del 50 % dei Comuni della regione. L’assessore regionale alla Sicurezza Pierpaolo Roberti, ha sottolineato che “ la domanda di sicurezza sempre più diffusa dimostra, una volta di più, quanto questo tipo di intervento sia sentito dai sindaci e dai cittadini.”
L’assessore ha inoltre ricordato come la Giunta regionale abbia stanziato 3 milioni di euro per permettere ad alcuni comuni l’installazione di impianti di videosorveglianza nelle strutture socio-educative per la prima infanzia ed in quelle sociosanitarie e socio-assistenziali per anziani  e disabili.

Dei 3 milioni complessivi previsti dal bando, 1 milione di euro è destinato agli ex quattro capoluoghi di Provincia: il 50%a Trieste, il 25 % a Udine e il 12,5% ciascuno a Pordenone e Gorizia. I restanti 2 milioni di euro saranno utilizzati dagli altri Comuni della regione per installare gli impianti nelle scuole per l’infanzia e prima infanzia (50%), nelle strutture per anziani (25%) e in quelle sociosanitarie e socio-assistenziali per disabili (25%).

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Autore (Cognome Nome)Carrino Antonella
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2019
Pagine
LinguaItaliano
Data dell'articolo19000101
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
Subtitolo in stampa26-11-2019
Fonte da stampare
Volume
Approfondimenti
Carrino Antonella
Attori
Parole chiave: Legislazione nazionale Legislazione regionale Sicurezza, misure di Strutture residenziali per anziani