Questo è l'anno in cui diventano centenari i figli del primo baby boom del Novecento, quello del 1920. Dopo la prima guerra mondiale ci vollero infatti circa due anni per permettere alle famiglie di ricostruirsi e ricominciare a fare figli dopo i tremendi strascichi lasciati dal conflitto.
E infatti, dopo qualche anno di flessione, l'Istat segnala che la curva dei centenari riprende a salire arrivando quasi a 15mila. La maggioranza sono donne che vivono al Nord (84%), e ben 1,112 hanno superato i 105 anni, quest'anno dovrebbero arrivare a 1.500 (Covid permettendo). E' una generazione che ha dovuto vivere la II Guerra Mondiale nel periodo in cui avevano appena iniziato a formarsi una famiglia, ed ha vissuto in modo semplice. Tutti con un comportamento di fondo in comune: il rispetto verso gli altri e l'educazione, anche se hanno sopportato la fame e sono dovuti migrare per vivere.
Le centenarie che vivono meglio sono quelle che vivono in famiglia, come si usava una volta. Hanno un grande rispetto per la cura verso se stesse (sempre che la salute lo permetta).
Non ci sono obesi tra i centenari, perché hanno sempre mangiato in modo poco elaborati. Per la maggior parte hanno seguito le indicazioni del medico, curati con antibiotici e negli ultimi 20 anni sono stati vaccinati contro l'influenza. Persone pacate, come si dice "d'altri tempi".
La maggiore presenza a Nord di longevi potrebbe essere dovuta, secondo i geriatri, al fatto di aver passato la vita in montagna e in collina, dove si lavorano i campi.
(Sintesi redatta da: Balloni Flavia)