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Carrino Antonella

Censis: gli italiani e la ricchezza. Le famiglie con capofamiglia anziano sono più “ricche”

04-12-2019

Il Censis ha realizzato per l’AIPB ( Associazione Italiana Private Banking) lo studio “Gli italiani e la ricchezza”. Sapere cosa pensano gli italiani della ricchezza significa scoprire anche l’idea di sviluppo del Paese che predomina nella collettività. Ne è uscito un quadro molto interessante che presenta una percezione articolata sull’argomento. Gli italiani hanno il primato del risparmio a livello mondiale ma quello che è emerso è che sono molto attenti a come la ricchezza viene utilizzata.

Si risparmia per prudenza, ma si risparmia anche per previdenza. L’economista premio Nobel Franco Modigliani osservava che il bisogno di risparmiare può essere  collegato a obiettivi di sicurezza individuale e familiare nel lungo termine. Coerentemente con questa visione, la ricchezza non ha un valore intrinseco a sé stante, ma assume un valore positivo quando ha un ruolo di protezione o di utilità sociale.

Dallo studio emerge che questa visione positiva della ricchezza attraversa senza apprezzabili variazioni  le generazioni: è condivisa dal 67,9% dei 35- 64enni, dal 65,2% dei 18-34enni e dal 62,8% degli over 64. È invece meno forte tra chi ha titoli di studio bassi (53,7%),  redditi inferiori ai 15.000 euro (54,2%) e quasi non percepita dai disoccupati (47,5%).

A più di 10 anni dall’inizio della grande crisi economica, gli effetti di periodi a crescita zero, di investimenti ridotti e del Prodoto interno lordo di segno negativo si fanno ancora sentire. La ricchezza finanziaria delle famiglie italiane nel 2018 è scesa, rispetto al 2008, dello 0,4% ed è oggi di 4.218 miliardi di euro.  Quindi, non solo non siamo tornati ai livelli di ricchezza precrisi, ma, oltre al tessuto produttivo, sono state toccate anche le tasche degli italiani.

Non a caso le ultime stime dimostrano che si è gonfiata la bolla del cash. Gli italiani hanno cioè aumentato la quota del loro portafoglio in monete e depositi a fronte di rendimenti poco incentivanti e stanno mostrando una minore propensione agli investimenti. Percepiscono una incertezza e una paura del futuro  e tengono fermi i loro risparmi per affrontare i rischi sociali legati alla salute e alla precarietà del lavoro. Dunque, se l’Italia ha un elevato stock di ricchezza delle famiglie, i flussi decrescono e l’economia reale non riparte.

Infatti, il dato generale che emerge dall’indagine Censis attesta che, fra il 2006 e il 2016, il valore mediano delle attività finanziarie delle famiglie italiane è sceso di quasi il 14% passando da circa 7.000 euro (6.888)  a 5.933.

Indicazioni interessanti emergono anche per quanto riguarda l’età dei capofamiglia italiani. Nel 2016 hanno un valore mediano di ricchezza finanziaria superiore a quello totale, le famiglie i cui capofamiglia sono over 45, al di sotto si collocano le famiglie giovani. L’andamento negativo registratosi rispetto al 2006, in termini percentuali, ha colpito di più gli under 45, mentre gli over64 hanno goduto di un trend positivo.

Le più“ricche” sono le famiglie con capofamiglia fra i 55-64 anni  con 8.000 euro di valore mediano delle attività finanziarie (comunque -27,7%  rispetto al 2006). Si tratta del valore più alto nella distribuzione per età seguito da quello dei nuclei familiari con percettore di reddito over 64 ( un valore mediano di 7.000 euro e + 7,0% rispetto al 2006). All’estremo opposto troviamo le famiglie con capofamiglia under 34 ( con 2.967 euro di  valore mediano delle attività finanziarie a -54,6% rispetto al 2006). Quindi,  la ricchezza finanziaria si accumula nelle famiglie dei più anziani e si allarga la forbice tra chi dispone di maggiore capacità finanziare (famiglie con capofamiglia trai 55 e i 64 anni, ma anche over 64) e  famiglie giovani.

Un dato in controtendenza e inaspettato rispetto alla rilevazione di un anno fa riguarda il sentiment negativo espresso dai benestanti italiani (quelli con patrimoni di almeno 500.000 euro). Anche fra i più "ricchi" prevalgono le incertezze sul futuro e infatti, più di 1 su 2 ( il 53,4%) dei detentori di patrimoni dice che pensare al futuro della vita in Italia tra dieci anni li preoccupa, il 23,4% è incuriosito e solo l’8,3% si sente sfidato dallo scenario attuale. Il fattore anagrafico ha un peso su quest’atteggiamento, dato che la preoccupazione è più diffusa tra chi ha almeno 55 anni mentre diventa minoritaria tra gli under 35.  Solo lo scorso anno la preoccupazione era omogeneamente diffusa tra le diverse fasce d’età. Per i ricercatori del Censis la divaricazione di percezione del futuro tra giovani e anziani è oggi acuita dalla “scomparsa all’orizzonte delle certezze e dei solidi riferimenti su cui le persone potevano contare andando verso la terza età”. 

 

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Autore (Cognome Nome)Carrino Antonella
Casa Editrice, città
Collana
Anno Pubblicazione2019
Pagine
LinguaItaliano
Data dell'articolo19000101
Numero
Fonte
Approfondimenti Online
Subtitolo in stampa04-12-2019
Fonte da stampare
Volume
Approfondimenti
Carrino Antonella
Attori
Parole chiave: Analisi demografica Crisi economica Differenze dovute ad età, sesso, razza, ecc. Patrimonio: investimenti, assicurazioni, problemi economici Ricerca