La storica campagna di vaccinazione contro il Covid-19 è iniziata il 28 dicembre 2020 e nei primi nove giorni la Spagna è riuscita a malapena ad immunizzare 139.339 persone appartenenti al gruppo a rischio prioritario istituito dal Ministero della Salute.
Fattori come le vacanze di Natale, la mancanza di frigoriferi e la partenza degli anziani da alcune residenze durante le vacanze hanno giocato nei ritardi.Tuttavia a questo ritmo, i 2,3 milioni di persone che lo compongono non sarebbero vaccinati completamente per altri 148,5 giorni o, ciò che è lo stesso, per quasi cinque mesi. Fino alla fine di maggio o all'inizio di giugno il processo non si sarebbe quindi concluso, quindi, al ritmo attuale, ci sarebbe un ritardo di nove settimane su l'obiettivo prefissato. A livello di popolazione nel suo insieme, il ritardo sarebbe forse molto più grave, si parlerebbe di almeno di 8 anni.
Nonostante ciò, il Governo non sembra intenzionato a utilizzare tutte le risorse sanitarie a sua disposizione per accelerare la somministrazione delle dosi: esercito, sanità privata, strutture convenzionate, farmacie e ONG con esperienza nella vaccinazione internazionale. Il Sottosegretario alla Salute, Silvia Calzón, ha difeso ieri la capacità che, a suo avviso, ha la Sanità Pubblica di sviluppare la strategia della vaccinazione di massa contro la malattia.
Secondo il contatore in tempo reale Our World in Data, 14,56 milioni di persone sono già state immunizzate in tutto il pianeta, di cui 4,84 milioni appartengono agli Stati Uniti, 4,5 milioni alla Cina e 1,37 milioni Israele, che sarà il primo Paese, insieme al Vaticano, a ottenere la tanto attesa immunità di gregge. In Europa, il Regno Unito ha già somministrato 826.301 dosi, la Russia 800.000, la Germania 316.962 e l'Italia 182.442.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)