“Bologna è una città che invecchia progressivamente da anni, senza che, di conseguenza, sia migliorata la qualità della vita. Il welfare deve tenerne conto, non basta più quello che si è fatto sinora. Siamo stati un modello di eccellenza, ma non possiamo più affidarci al passato. Oggi la scienza ci permette di fare previsioni realistiche su quella che sarà la popolazione bolognese nei prossimi 10, 20, 30 anni”.
A parlare è Filippo Diaco, presidente delle Acli di Bologna. Rispetto all’anno precedente, aumentano del 3 % i pensionati.
“Il dato non stupisce – osserva Diaco –, proprio in riferimento a quanto dicevo prima. Cosa intendo con vantaggio? I problemi che abbiamo avuto nelle RSA durante l’emergenza sanitaria, per esempio, ci hanno dimostrato che gli anziani stanno meglio a casa. Tuttavia, il fisco, la burocrazia, le leggi non incentivano e non agevolano l’assunzione di badanti. La programmazione del welfare non deve più essere emergenziale o solo orientata al passato e allo status quo, ma decennale”.
Questi stessi pensionati, spesso bisognosi di cure, costituiscono a loro volta il sostegno di welfare fondamentale per figli e nipoti. Infatti, “ben il 23 per cento delle famiglie, dato in aumento rispetto all’anno precedente, abita in un appartamento messo a disposizione gratuitamente da un familiare”.
Ecco che i “nonni”, quindi, non sono solo oggetto passivo di interventi, ma protagonisti attivi di un welfare familiare ormai imprescindibile.
(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)