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Biomarcadores y terapias cambian el abordaje al Alzheimer - Biomarcatori e terapie cambiano l’approccio all’Alzheimer

La Vanguardia, 21-09-2021

Il panorama della malattia di Alzheimer è cambiato negli ultimi due anni a causa dei progressi sia nella diagnosi che nel trattamento. Realisticamente bisogna ricordare che la cura per l'Alzheimer è ancora lontana, che non si sa ancora con certezza cosa lo scateni, che la maggior parte dei casi viene diagnosticata quando la malattia è già avanzata e che le terapie attuali non sono ancora in grado di arrestare o invertire il deterioramento. Ma il quadro generale è di un cambiamento. “Siamo entrati nell'era delle terapie biologiche, e questo presuppone un cambio di paradigma nei trattamenti e un effetto a catena quando si richiedono diagnosi". Così afferma Alberto Lleó, direttore dell'Unità di memoria del Servizio di neurologia dell'ospedale Sant Pau (Barcellona).

In questo senso l’approvazione dell’aducanumab, il primo farmaco che agisce su una delle cause dell'Alzheimer (proteina beta-amiloide), può essere considerato una “pietra miliare paragonabile al primo trattamento biologico per la sclerosi multipla”. Sebbene questa approvazione non sia priva di controversie perché molti specialisti ritengono che la sua efficacia non sia stata ancora sufficientemente dimostrata, gli esperti ammettono che apre una strada alla speranza che gli anticorpi monoclonali nella fase finale dell'indagine mostreranno dati positivi e arriveranno in breve in Europa.

La neurologa Mercè Boada assicura che, sebbene i farmaci più avanzati siano quelli diretti contro la beta amiloide, forse i trattamenti contro l'Alzheimer passeranno attraverso il test di altre antiproteine tau, o forse combinando entrambi o aggiungendo altri trattamenti come la plasmaferesi per pulire le citotossine e ridurre lo stress ossidativo. Di certo, l'autorizzazione dell'aducanumab negli Stati Uniti è un monito per migliorare le infrastrutture diagnostiche e ospedaliere, perché, se questo farmaco sarà approvato in Europa, non sarà solo una rivoluzione per i pazienti, ma anche per il sistema sanitario.

Si tratta infatti di cure endovenose, che richiedono un day hospital una volta al mese, risonanze magnetiche periodiche per controllare la sicurezza del farmaco e, trattandosi di un gruppo molto numeroso, ciò significherà che saranno necessari più spazi, più risonanza dei dispositivi, personale medico e infermieristico più specializzato. La prevenzione e la diagnosi precoce restano un elemento chiave per garantire il benessere delle persone con demenza, sottolineano da Alzheimer Catalunya Fundació, che, nell'ambito del ciclo di eventi No m'oblidis, tenutosi per la Giornata mondiale dell'Alzheimer, ha organizzato test gratuiti nei centri civici di Barcellona per controllare la memoria e rilevare possibili segnali di allarme sulle malattie neurogenerative.

(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)

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Autore (Cognome Nome)
Casa Editrice, città
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Anno Pubblicazione2021
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LinguaSpagnolo
OriginaleSi
Data dell'articolo2021-09-21
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FonteLa Vanguardia
Subtitolo in stampaLa Vanguardia, 21-09-2021
Fonte da stampare(Sintesi redatta da: Anna Costalunga)
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Parole chiave: Giornata Mondiale dell'Alzheimer Malattia di Alzheimer Prevenzione